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Franz Romer il primo vero grande canoista oceanico

Il 31 marzo 1928, il veterano tedesco della I Guerra Mondiale, Franz Romer, diede un bacio alla moglie e si voltò verso l’oceano Atlantico, per rispondere alla sua silenziosa sfida.

Romer aveva ventinove anni e si trovava nelle acque protette del porto di Lisbona. L’imbarcazione scelta era una canoa di sette metri a propulsione mista, con un albero di tre metri armato di una sola vela quadra, quindi utile nelle andature che sfruttavano venti poppieri, e remi senza scalmi.

Fabbricata dalla ditta Klepper di Rosenheim, la canoa era stata modificata dallo stesso Romer affinché trovassero spazio 600 lattine di cibo e 50 litri d’acqua.

Equipaggiato di solo sestante, binocoli, bussola e barometro, partì nel grande oceano facendo rotta verso sud, per lasciarsi a sinistra le Canarie e poi navigare tutto in direzione ovest per raggiungere i Caraibi.

Per settimane intere non poté dormire in posizione canonica, perché le provviste toglievano spazio ai piedi, costringendolo a stare seduto.

A metà viaggio, una tempesta lo bersagliò per cinque giorni e cinque notti, arrivando vicino ad ucciderlo, poi il mare ed il vento si calmarono consegnandolo a giornate calde e monotone.

Cantando arie della sua terra e parlando ai curiosi squali che passavano in visita, Romer ammazzava il tempo durante la bonaccia, a dimostrazione, mi si permetta, di come con troppa fretta i navigatori solitari siano accusati di pazzia.

A 58 giorni dalla partenza, il capitano Franz Romer toccò terra nell’isola di St. Thomas, una delle Isole Vergini Statunitensi .
Attraccata l’imbarcazione e sceso a terra, Romer aveva perso l’uso delle gambe.
Per settimane dovette trascinarsi sulle braccia, finché riuscì a rieducare gli arti inferiori.

A metà settembre, dopo aver beneficiato dell’amichevole accoglienza degli americani stabilitisi nell’isola, Franz Romer volle proseguire il viaggio che lo avrebbe dovuto portare, secondo i suoi programmi, nella più grande città del mondo: New York.
Una grande compagnia americana lo avrebbe premiato con 25.000 dollari se ci fosse riuscito, dato che ormai la sua impresa stava facendo parlare il mondo intero.

Dopo aver raggiunto Porto Rico, Franz Romer decise di sfruttare la brezza per partire alla volta della Florida, mancando in tal maniera il bollettino meteorologico della mattina.

La fortuna, che sino ad allora aveva accompagnato il capitano, gli voltò malauguratamente le spalle.
Un uragano repentinamente sviluppatosi si abbatté su Porto Rico, causando almeno quattromila morti.

Franz Romer, purtroppo, fu sorpreso in alto mare; di lui e della sua imbarcazione nulla fu recuperato.

ApnGyuNIcdJqMLrRMqZuZHgmqQvAPsPRP_H3go2BbrmlRimane di lui il lascito di coraggio ed ardimento di cui ogni navigatore ha potuto far tesoro.

L’immagine di quel ragazzo tedesco tra gli alti marosi ed i venti insostenibili spaventa, ed allo stesso tempo pungola, ogni uomo che si allontani dalla costa per rispondere all’affascinante richiamo del mare aperto.

Marco Nicolini

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