giovedì , Marzo 28 2024

Cartavetrata e zucchero filato

Ciò che fa di Superman Superman è il mantello rosso, la calzamaglia blu e la S sopra il costume, ciò che rende Robin Hood il principe dei ladri è il cappello piumato, non ci sarebbe Valentina di Crepet senza il celebre caschetto.
Ciò che rende il mio amico veramente lui è un ciuffetto di peli che gli spunta da un neo sopra il polso.
Non importa quanto gli anni lo possano cambiare questo dettaglio resterà eterno.

A volte anzi spesso è eccessivo e mi fa arrabbiare ma se penso a questo dettaglio provo una immediata simpatia.
A volte nulla meglio delle battute di un film riesce a fotografare la realtà, non dimenticherò mai quella celebre che Mario Monicelli mise in bocca a un giovane Vittorio Gassman nel film “La grande guerra”.
Gassman interpretava un soldato impegnato al fronte, i suoi compagni avevano nella giacca le foto dei genitori o delle fidanzata, lui figlio di NN e orfano di madre nel taschino teneva la sua “Sono solo al mondo per forza mi sono così caro, io ho solo me”.

Il mio amico tiene esposta la sua foto, un ritratto sorridente in costume da bagno probabilmente in qualche località marittima all’estero, con un espressione così divertita e arguta da farmi provare invidia.
Una espressione che non gli vedo più nascere da molto tempo.
Quando guardo questa foto esposta in bellavista al posto che quella di parenti o altro mi torna sempre alla mente questa spiegazione di Gassman.

Solitamente è allegro e entusiasta ma quando il mio amico è deluso o amareggiato ha un espressione così dolorante da ricordarmi un vecchio cane feroce ora sdentato.
Uno che ha preso la vita a morsi e che ora è un po’ stanco.
A volte capita che abbia lo sguardo opaco e apatico, io allora mi dispero, penso per giorni a cosa fare per aiutarlo, poi la volta successiva che ci incontriamo, quando sono pronta a dargli consigli ha già risolto tutto, è pieno di brio e cose da fare già sulle ali di una nuova avventura.

Io in tanti anni non sono mai riuscita a capire se noi due siamo molto simili o molto diversi, lui è molto ironico e pungente io sono molto permalosa, lui ha sempre caldo io ho sempre freddo, io se ingrasso concentro l’adipe nelle cosce e nel sedere, lui nella pancia, io ho sempre bisogno di essere rassicurata lui se ne frega, io sono empatica e mi porto sempre sulle spalle le sofferenze del mondo, lui è molto tranchant, il 90 per cento delle volte gli devo spiegare per filo e per segno perché mi ha ferito, poi capisce sempre, è il solo che riesce a capire anche sotto strati di trucco e un’allegria che non sento quando c’è qualcosa che non va, ha antenne sottili che captano ogni mio stato d’animo.

Se io fossi un titolo azionario sarei uno a bassa capitalizzazione soggetto a frequenti oscillamenti in alto e in basso, sensibilissimo a quanto accade nei mercati, lui sarebbe uno ad alto rendimento, capitale variabile e quota fissa.
Se fosse un animale sarebbe un pavone, se fosse un puffo sarebbe quattrocchi con la risposta giusta ad ogni domanda e la voglia di dire la sua su tutto.

Ci sono solo due persone che mi fanno regredire a uno stato di sedicenne e urlare come una matta in preda a una crisi isterica, una è mia mamma quando alle otto del mattino mi consiglia di acquistare un buon antirughe per il contorno occhi, l’altra è il mio amico quando mi dà consigli non richiesti.

Qual è il segreto dell’alchimia tra due persone? Cosa rende davvero amici? Cosa fa in modo che con talune persone anche dopo decenni si continui a restare in superficie e che con altre ci si confidi? Ci si conceda il lusso di essere se stessi?
Non so, so solo che l’amicizia come tutte le forme d’amore è imperfetta e soggetta ad alti e bassi, è tutto tanto: l’affetto, la rabbia, la lontananza e vicinanza.
Quando il mio amico esagera io mi arrabbio molto, a volte glie lo dico stizzita più spesso me lo tengo per me, non gli voglio neanche dare questa soddisfazione, allora torno a casa medito di cancellare il suo numero dalla mia rubrica, mi riprometto che non lo chiamerò mai e mai più, poi quando mi accade qualcosa, brutta o bella è la prima persona alla quale penso di dirlo, perché un vero amico è proprio questo: il primo a cui ti viene voglia di raccontare qualcosa di brutto o bello quando ti capita, la persona che in mezzo alla folla e ai bla bla bla ti fa sentire meno sola.

Chiara Macina

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