giovedì , Aprile 25 2024

Seduti sulla polveriera

Credo sia capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di sentirsi seduto sulla polveriera, con la sensazione precaria e malsana di essere sul punto di esplodere da un momento all’altro. Non è una condizione normale per un essere umano avere il timore di perdere il controllo e commettere forse qualche atto sconsiderato, ma non è normale e neppure sano arrivare al punto di non ritorno senza ascoltare la carica energetica che monta dentro di noi, e che va inesorabilmente verso il punto di rottura.

Il malessere che sorge dentro di noi rispetto a una determinata situazione è un campanello d’allarme, che chiede prepotentemente di essere guardato. Quando fisicamente iniziamo a risentire dell’ansia e dell’angoscia che a tratti non ci fanno respirare e a volte temere il peggio, significa che siamo arrivati al limite, e dobbiamo fare qualcosa per risolvere la situazione.

Spesso ci ostiniamo a rimanere in una situazione perché abbiamo paura del cambiamento, perché pensiamo di non riuscire a trovare un’alternativa, perché tutto sommato ciò che ci fa soffrire, ma che conosciamo, fa meno paura di qualcosa di nuovo, che invece non conosciamo. Così ci facciamo complici di uno stillicidio quotidiano che nel lungo periodo ci farà soffrire molto di più, piuttosto che armarsi di coraggio e amor proprio e scegliere una nuova via.

Questo vale per tutto, per le relazioni per esempio, in cui viviamo da anni con una persona che non amiamo più, con cui non parliamo più, che è diventata la nostra coinquilina piuttosto che la nostra compagna ma che rappresenta la sicurezza di un porto sicuro a dispetto della vastità e incontrollabilità del mare aperto.

Vale per i lavoro. Fare un lavoro che non ci piace, con persone che non ci rispettano magari o che non ci danno il giusto valore, ma che non abbiamo il coraggio di lasciare perché “un posto di lavoro oggi bisogna tenerselo stretto”, è come incamminarsi sulla strada della malattia.

Anche amicizie sterili e senza spessore creano in noi più vuoto di quello che dovrebbero colmare, ma piuttosto della solitudine meglio una pseudo amicizia, piuttosto dello sforzo di cercare persone simili a noi con cui condividere non solo il tempo e lo spazio ma anche questo bellissimo viaggio chiamato vita.

Ma facciamo i conti senza l’oste. Il malessere che sorge piano dentro di noi ci racconta una storia, la nostra storia, e se non è chiaro quello che vogliamo davvero, lo è sicuramente quello che non vogliamo. Quando sentiamo un peso sul petto che cresce sempre di più, quando il sonno non è più rigenerante ma una fuga dalla realtà che viviamo, e quando il solo stare in certe situazioni ci provoca tensione, rabbia e nervosismo siamo arrivati a un punto di non ritorno. Se non decideremo noi di fare un salto di qualità verso nuovi lidi sicuramente sconosciuti ma ricchi di nuove opportunità per ritrovare la nostra armonia, lo farà la vita per noi, ma a che prezzo?

Sento quotidianamente di persone che perdono il lavoro ma che non si abbattono, e che nonostante la crisi che vive il nostro paese ne trovano un altro, in cui si sentono meglio, in cui tornano a respirare, e col senno di poi affermano”Se avessi saputo prima che la mia vita sarebbe migliorata così, non ci avrei pensato tanto a cambiare!”. E la stessa cosa vale per i rapporti che ormai sono finiti ma che si trascinano inesorabilmente come un animale in agonia, e per le amicizie che muoiono da sole sotto i colpi della noia e dell’opportunismo. Cosa ci impedisce allora di scegliere la nostra pace interiore, la nostra salute, la nostra libertà di vivere una vita appagante e libera da compromessi che non accettiamo più? Perché ci ostiniamo ad alimentare la nostra insoddisfazione quando il mondo è pieno di opportunità che aspettano solo di essere colte?

Perché abbiamo paura, ecco perché. Paura di finire in una situazione peggiore, o peggio di rimanere senza nulla, senza pensare che invece potremmo stare meglio. Nell’epoca in cui la paura è il giogo che trasciniamo e che ci impedisce di vivere in maniera sana e libera, noi siamo come prigionieri tenuti a pane e acqua. Ci accontentiamo a volte di situazioni mediocri, accettiamo lo sfruttamento, pensiamo di non essere meritevoli o abbastanza bravi per ottenere di meglio, quando invece siamo fatti di pasta divina che cerca ogni giorno una nuova forma per essere felici.

Siamo cresciuti a pane e paura, quando la vita ci dimostra ogni giorno che non serve vivere da prigionieri perché siamo nati liberi, e liberi dobbiamo vivere. Liberi di scegliere se rimanere o andare, consapevolmente però, non perché temiamo di non avere alternative, liberi di prendere in mano il nostro destino e dargli la direzione che vogliamo, liberi di non accontentarsi, di scegliere ciò che è meglio per noi e soprattutto certi di essere abbastanza bravi e forti per affrontare qualunque cambiamento.

Nessuno ci pensa mai, ma quanto siamo cambiati negli anni, quante cose abbiamo affrontato attingendo a una forza che non sapevamo neanche di avere? Siamo sopravvissuti a tanti di quegli scossoni che basta pensarci un attimo per capire che non abbiamo ragione per restare in un “luogo” che non ci nutre ma che al contrario ci consuma lentamente. E quando dentro di noi cresce quella spinta interiore che indica la via, dobbiamo avere il coraggio di seguirla, di cambiare strada se sentiamo che la tensione interna è troppa. Se non ascoltiamo il risultato sarà una deflagrazione, e ciò che rimarrà un mucchio di macerie da cui ripartire. E allora perché arrivare a questo punto, perché vivere la nostra vita seduti su una polveriera che rischia di esplodere da un momento all’altro creando uno spargimento di sangue inutile ed evitabile?

Eppure, nonostante questo, siamo i campioni della resistenza a oltranza, della sofferenza che supera ogni limite di sopportazione, del farci andare bene persone e situazioni che non vanno palesemente bene per noi, e il corpo ce lo dice in tutti i modi, fino a quando, esausto e scoraggiato dalla nostra sordità ci procura una bella malattia, che non possiamo ignorare e che rappresenta spesso la chiave di volta per scelte che rispecchino finalmente ciò che vogliamo davvero per noi.

Sono tanti gli stati d’animo a cui fare appello per questo salto, il coraggio,l’amor proprio, la certezza o fede che tutto si risolverà al meglio per noi se facciamo il primo passo, e anche una sana paura di perire in una situazione può essere un buon detonatore per un cambiamento radicale!

Dalla natura ci sono alcuni rimedi vibrazionali che ci supportano in questo lancio in questo passaggio, vediamo quali sono:

  • Leone di Montagna (Essenza Animali Selvatici) per rimanere allineati con la propria verità interiore a dispetto di qualsiasi distrazione o avvenimento esteriore, a trasformare in azione il proprio pensiero e ad attraversare le proprie paure con sicurezza e determinazione.
  • Leone, (Essenze Animali) per esprimere la propria autorità e potere personale, sviluppare coraggio e affrontare le paure.
  • Volpe, ( Essenze Animali) per sviluppare autonomia di pensiero e il coraggio di portare avanti le proprie decisioni. Aiuta a svincolarsi dai condizionamenti sociali per poter imboccare la propria strada e riconoscere la propria autorità.
  • Foca, (Essenze Animali), grande maestra di un benessere spontaneo e dell’azione compiuta senza sforzo. La foca aiuta a comprendere che dopo aver dato il via iniziale (con la prima pinnata), ci si può rilassare nell’attesa che il processo si sviluppi da solo.
  • Salmone , (Essenza Animali), per procedere con perseveranza verso il proprio destino, mantenendo integra la fiducia anche a fronte dell’ignoto, per arrendersi la mistero spirituale della vita.
  • Walnut, (Fiore di Bach) per attraversare qualunque cambiamento con fiducia e fluidità, recidendo attaccamenti e legami malsani e rendendoci meno influenzabili alle opinioni altrui.
  • Gentian, (Fiore di Bach)per il sabotatore dentro di noi, pessimista per vocazione che mostra solo il bicchiere mezzo vuoto, instillando in noi la certezza che nonostante gli sforzi e le buone intenzioni falliremo comunque. Per non lasciarsi deprimere e scoraggiare.
  • Cherry Plum, (Fiore di Bach), per chi vive seduto sula polveriera, temendo di esplodere da un momento all’altro. Per chi vive agli estremi, o troppo controllo o fuori controllo, per chi ha bisogno di trovare la via di mezzo per usare la sua energia nella maniera migliore.

Non abbiate paura di scegliere, allenatevi, e poi fatelo, rischiate, lanciatevi in caduta libera, scegliete per voi, solo per voi.

Non ve ne pentirete.

alchimist.it

Maruska Cappelletti

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