giovedì , Novembre 14 2024

Prince si nasce, non si diventa. Arrivederci a un genio.

Prince. Prince Rogers Nelson, cantautore, polistrumentista, compositore, produttore discografico, attore, regista e sceneggiatore statunitense, classe 1958, originario di Minneapolis.

E’ sufficiente pronunciare questa parola e subito dentro ognuno di noi scatta un’immagine nella mente.

Un icona del mondo della musica.

Prince purtroppo ci ha lasciato lo scorso 21 Aprile in circostanze ancora non del tutto chiare.

È lutto tra gli artisti.

Un’artista  di questo calibro lascia un vuoto incolmabile, non può essere diversamente.

158 cm di pura irrequietezza e genialità :158 cm, il “folletto di Minneapolis”.

« Dopo essere stato l’ apocalittico interprete della cosiddetta “bomb culture” (soprattutto col disco 1999) ora Prince ritorna con un album concepito come colonna sonora del film Purple Rain, in testa alle classifiche americane (sia come disco che come film). Continua la sorprendente escalation del più inquietante fenomeno della musica americana di questi anni: un androgino nero dai tratti demoniaci e arroganti che per molti versi può essere considerato l’ esatta controparte di Michael Jackson. Inquietante, violento, destabilizzante il primo, romantico, pacifista, in fondo un bravo ragazzo, il secondo. Mentre Jackson, al pari di Stevie Wonder, può essere considerato il più alto livello della black identity capace di piacere anche al pubblico bianco, Prince è qualcosa di completamente nuovo. Il suo personaggio, così come la sua musica, sono figli bastardi delle due culture, una perfetta fusione tra il lessico più aggressivo dei neri (funky, rhytm’ n’ blues, electric boogie) e il nuovo rock bianco. Tra le due componenti non c’è alcuna contrapposizione. Si tratta forse del primo prototipo di una cultura di frontiera del tutto nuova, che confonde le sue identità razziali, ma che riunisce le ceneri del dopobomba, il narcisismo dandy della new wave elettronica, la violenza delle minoranze etniche. Prince è di quelli che sembrano nati già col marchio della grande star. In un certo senso lo era già ai suoi esordi. Ora lo è davvero, anche se in Italia il fenomeno stenta a prendere piede. Ma è questione di poco. Insieme al nuovo disco, tra i più perfetti esempi di nuova musica in circolazione, arriverà presto sui nostri schermi il film Purple Rain, dove Prince recita anche la parte del protagonista insieme al suo gruppo The Revolution. Pensate un po’: di questi tempi un gruppo ha il coraggio di chiamarsi così. »   Cosi lo immortalava “La Repubblica” nel Settembre 1984.

Pongo attenzione a  questa icona, perché oltre a segnare indiscutibilmente il panorama musicale, ha sicuramente rappresentato, attraverso i suoi “travestimenti”, le sue messe in scena, la scelta degli abiti, degli outfit, le sue presenze, tratti distintivi degli anni ’80 e ’90.

Insieme ad artisti come Michael Jackson e Madonna, ha “giocato” sull’identità sessuale, sui look, sui generi, sugli eccessi, in maniera del tutto anticonvenzionale.

Ha camminato sul filo del confine tra uomo e donna, ha indossato e miscelato una miriade di stili, facendoli propri.

Balze, tacchi alti, pizzi esagerati, giacche dalle strutture importanti e tessuti ricchissimi, capolavori sartoriali di ogni genere.

Ciò che  emerge a mio avviso, osservando star come queste, è che è talmente grande la sensibilità e la genialità che hanno, che la manifestano in qualsiasi circostanza e attraverso ogni forma espressiva, come ad esempio: la moda.

Quando si ha il piacere di osservare artisti come lui o come un Michael Jackson, al di là del proprio campo d’azione, la musica in questo caso, è entusiasmante vedere come l’espressione artistica si esprima anche attraverso i “costumi”, gli abiti e come essi vengono sfoggiati.

Viene esaltata l’arte a 360° . Gli abiti che indossiamo portano un messaggio di noi e sono veicolo nell’esprimerci.

Qui sotto qualche immagine della “presenza” di questo artista, non credo serva aggiungere altro, se non:

“E’ solo un arrivederci. Ciao grande star”.

Buona visione.

 

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Giulia Castellani

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