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Cuor di Titano: il dietro le quinte del libro

“Cuor di Titano” è il romanzo scritto dal giornalista romano Simone Sperduto, pubblicato da Il Cerchio nel 2016, è diviso in quattro capitoli: il primo è il racconto del viaggio realmente realizzato dall’autore in treno alla vigilia del 3 settembre del 2013 da Roma a San Marino, passando prima per Bologna e poi per Rimini. Nel capitolo si descrivono brevemente anche i maggiori monumenti di queste due città italiane.

Il secondo capitolo tratta della storia della fondazione di San Marino partendo dalle persecuzioni dei cristiani ai tempi di Diocleziano, con tutto il retroscena e il contesto storico di profonda crisi istituzionale in cui versava l’Impero Romano. Nel terzo capitolo si sviluppa quindi il romanzo vero e proprio con i dialoghi tra i due protagonisti: un giovane giornalista romano, il signor Esse (alter ego dell’autore), e Felicissima che richiama il personaggio della leggenda. I due parlano per le contrade cittadine nel girono della festa nazionale scambiandosi idee ed opinioni sulla storia sammarinese che viene sviscerata nei suoi particolari. Nell’ultimo capitolo, c’è una rivisitazione della “Vita Sancti Marini”, riadattata al romanzo.

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Cuor di Titano” è un romanzo storico  Simone Sperduto è rimasto così affascinato sin dalla sua prima visita dall’antica Terra della Libertà, da renderla protagonista della sua opera.

Quando hai visitato per la prima volta San Marino?

“Ho visitato San Marino per la prima volta nell’estate del 2008, in occasione delle giornate medievali, pochi giorni dopo l’iscrizione di San Marino nella lista Unesco. All’epoca però vedevo il tutto con lo sguardo del turista, affascinato dalle rievocazioni medievali e da una città arroccata in cima a un monte circondata da torri merlate. Non mi rendevo conto della storia unica che si celava dietro quel patrimonio fantastico, sia paesaggistico che umano. Perché conservare nei secoli una tale identità, con una tale dedizione e gelosia, è sintomo di grandezza umana”.

Cosa ti ha colpito di più di questa Terra dove “ogni sasso ha una storia bellissima da raccontare?

“Non c’è un aspetto che ha inciso più degli altri e penso che l’unicità di San Marino sia questa. Quando decidi di andare al mare, per fare un esempio, ti rechi in una località marittima con un preciso scopo, perché evidentemente di quella località ti ha colpito il mare. Io a San Marino ci sono stato praticamente in tutte le stagioni possibili, anche con la neve, e ho assistito a tutte le cerimonie ufficiali. Svegliarsi con la nebbia che cela l’azzurra visione del Monte Titano oppure poter ammirare i tramonti bellissimi dal Pianello sono due effetti straordinari che soltanto un puro dono della natura può offrire. Ho scritto nel libro che “la catena appenninica al tramonto di tinge di amaranto”, posso dire di aver visto questa meraviglia e spero di averla descritta nel modo migliore nel romanzo”.

Da turista a storyteller del Titano: quale la genesi del romanzo?

“E’ stato un percorso lungo anche per ragioni evidentemente logistiche. Da Roma ho dovuto procurarmi i testi di storia sammarinese per studiarli e devo ringraziare l’Ambasciata di San Marino a Roma che me li ha messi a disposizione. Poi ci sono stati diversi viaggi in Repubblica per scattare fotografie e vedere di persona il percorso che narro nel romanzo. Il periodo di studio dei testi e la redazione vera e propria del libro hanno coperto un arco temporale di circa otto mesi”.

Un romanzo storico per che cosa si connota in particolare?

“Credo che un romanzo storico sia uno dei generi più difficili da maneggiare per chi scrive, perché bisogna trovare il giusto equilibrio tra la narrativa e la saggistica. La narrazione ha uno scorrimento veloce, grazie ai dialoghi, e richiede un linguaggio diretto; la parte storica, invece, deve sostanzialmente seguire le regole della saggistica, che vuole dei tempi di riflessione e un linguaggio più “accademico”. A questo va aggiunta naturalmente una manciata di fantasia da parte di chi scrive, per trovare i giusti personaggi e amalgamarli insieme nel mix più adatto al tema trattato nel libro”.

A quale aspetto hai dato maggior rilevanza?

“Ho dato molto peso all’aspetto autobiografico e a quello che penso della società contemporanea, ormai persa nei meandri dell’individualismo e priva di valori. Non che anche San Marino non stia vivendo un momento di crisi, ma continuo a vedere in San Marino un baluardo di difesa di quell’idea profonda di comunità e di sano attaccamento alle tradizioni che altrove non hanno invece più alcuna roccaforte. Quando dico ai miei amici di San Marino “tenetevela stretta questa Repubblica”, intendo dire che 1716 anni di indipendenza e sovranità non si festeggiano per caso e di questo i Sammarinesi devono andare sempre fieri. Veder sventolare quella bandiera bianco azzurra, con la scritta “libertas”, credo sia un vanto unico.

C’è un episodio particolare della storia di San Marino che ti affascina maggiormente?

“Mi ha colpito molto la storia del Placito Feretrano e quindi della disputa tra l’abate di San Marino e il vescovo di Rimini per il possesso dei territori contesi. Tuttora tra diversi comuni d’Italia esiste un forte campanilismo e una forte rivalità storica. Bisogna considerare inoltre che buona parte della storia italiana, in epoca medievale, è passata per i monasteri e gli ordini monastici: delle opere di amanuensi la nostra Penisola è piena. Chi definisce il medioevo un’epoca buia forse dovrebbe rivedere certi canoni storici e capire che l’Italia dei Comuni, delle Repubbliche e delle Signorie ha rappresentato davvero per secoli e secoli ciò che siamo nel più profondo della nostra identità, che è poi quella che si ritrova in questa magnifica città-stato che è San Marino”.

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Simone Sperduto è nato a Roma nel 1983 e si è laureato in Scienze della Comunicazione alla Sapienza. Appassionato di giornalismo fin dai primi anni di università, si è occupato di cronaca locale per quasi dieci anni fino all’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti del Lazio avvenuta nel 2012. Attualmente collabora per riviste giuridiche e di settore ed è una delle firme del Giornale d’Italia, dove tratta principalmente di cultura e storia.

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