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Il mio uomo ideale: gioca con il cappello

Il mio uomo ideale: gioca con il cappello

Vivo in una perenne sovrastimolazione dei sensi emotivi, sperimento uno stato di benessere semipermanente.

Emozioni sempre tante.

Non ho un uomo ideale: mi piacciono le persone riservate, autentiche, che non alzano troppo il tono della voce e avere molta libertà.

-Non mi piace essere trattata male, non mi piace essere maneggiata come un bicchiere di cristallo.

-Odio le strategie, amo le civetterie.

-Attento a ciò che dici potresti finire dentro a uno dei miei racconti!

-Amo la poesia più della prosa.

-Mi piacciono le sorprese e i tulipani alle finestre: un messaggio di bellezza.

-Adoro i complimenti sinceri ed estemporanei detesto le lusinghe.

-Tutto con il gioco mai niente per gioco.

-Sono io a decidere chi fare entrare nel mio mondo e chi no, faccio subito firmare un contratto che diventa noto all’altra parte quando lo viola.

-Amore, sonnellino e caffè poi…repeat.

-Sono convessa ma mi faccio concava affinchè qualcosa di nuovo possa entrare.

-Lascio che la fatica accada.

-Nè miele nè sale …uno zucchero amaro q.b

-Allargo il mondo quando si stringe.

L’allegria

La mia allegria veste i colori del giallo e dell’arancione nelle loro tinte più accese e sgargianti, mi viene a trovare in momenti inaspettati, quando cammino al mattino ascoltando la musica e sono così leggera e rilassata da provare il desiderio di correre a perdifiato senza pensare alle conseguenze, senza calcolare che dopo pochi minuti sembrerò un cagnolino ansimante stordito dalla fatica dopo una lunga corsa, mi fa spuntare le ali e mi conduce in alto, altre volte mi fa visita durante una chiacchierata con un’amica dell’anima, quando ci raccontiamo le nostre capriole da donna, quel body fantastico che si ti toglie una taglia ma anche ti manda in crisi respiratoria tanto stringe, o quando improvviso siparietti per fare ridere i miei figli e canto e ballo come fossi Eather Parisi.

L’allegria è leggera e liberatoria.

La passione

La passione veste il colore del rosso, mi fa buttare il cuore al di là dell’ostacolo e arrivare ovunque io desideri, azzera il mio senso critico, la logica e il pensiero razionale per lasciare spazio al desiderio del corpo e dell’anima e dare a entrambi un godimento.

La malinconia

La malinconia è la tristezza che si alleggerisce per lasciare spazio al ricordo, a quella struggente sensazione che si prova quando si accarezzano quelli più belli,  quelli che hanno fatto in modo che diventassi la persona che sono, quando si ripensa a chi c’è stato e ora non c’è più oppure a quando  si realizza che le cose non sono andate come desideravamo, ma va bene così, abbiamo mollato il colpo, siamo pronti a voltare pagina e andare oltre.

La rabbia

La rabbia veste di viola, ci trasforma in piccoli Apache, ci fa dire le cose anche quelle più giuste nel modo sbagliato, urlando o proferendo parole di gelo. Ci strozza la gola ci impedisce di respirare e le parole che escono provengono non da noi ma dalle nostre ferite, sono loro a parlare e lo fanno versando sangue.

“Dire le cose sbagliate avere le intenzioni giuste”, capita spesso e molte volte con le persone che sono più importanti per noi, si dice mi stressi! Si vorrebbe dire mi emozioni, si ripete faccio io che è meglio!  Si vorrebbe dire vorrei che tu riposassi e fare io qualcosa per aiutarti, si tira la fune, si strattona, si fanno tentativi e si mette alla prova l’altro per comprendere se dall’altra parte c’è una mano che la tiene saldamente quella fune, oppure se la lascia andare, si misura l’affetto lo si mette in gioco.

Quello che dovremmo imparare a fare è permetterci di vivere le nostre emozioni, senza avere paure o aspettative in merito al risultato che producono.

“Chi è felice ha ragione”.

 

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