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La malattia può essere una benedizione

La malattia input alla crescita personale

La malattia può essere vista come una benedizione? Ieri sono andata a far visita a una cara amica che vive un momento “impegnativo” della sua vita, la malattia inaspettata di uno dei suoi figli, una bambina di sei anni. Malattia diagnosticata all’improvviso e arrivata come una doccia gelata.

Appena l’ho vista ci siamo abbracciate, e con mio grande stupore ho trovato una donna forte, coraggiosa e molto consapevole della situazione.

Grazie al cielo le cure a cui la piccola è sottoposta stanno dando ottimi risultati, e nonostante la difficoltà nel vivere nuovi ritmi e una nuova quotidianità ho trovato un ambiente sereno, propositivo e di grande crescita personale.

 

Quello che mi ha fatto sorridere e commuovere allo stesso tempo è stato il breve racconto di come proprio questa malattia abbia ridefinito le priorità della sua vita e anche quelle del suo compagno. Credeva di dedicare molto tempo ai suoi figli, prima, mentre ora si è accorta che non era vero, che era solo un’illusione,  un inganno della mente e del vortice di impegni e doveri che ci fagocitano la vita ogni giorno.

La malattia come benedizione

 

“Lo so che può essere brutto da sentir dire, ma questa malattia è stata una benedizione”.

Questa frase che ha la forza di un uragano, possiede in sé una verità profonda e innegabile: non ci accorgiamo di quanto siamo ciechi di fronte alle situazioni fino a quando non arriva qualcosa a strapparci il velo dagli occhi.

 

Questa malattia nella sua gravità ha portato un messaggio importante, e cioè che bisogna “svegliarsi” o meglio “risvegliarsi” dal lungo sonno in cui viviamo senza nemmeno accorgercene. Siamo come dentro a un grande video game dove le fila del gioco le comanda qualcun altro,mentre noi crediamo di essere gli unici a tenere i fili della nostra vita, quando invece è il meccanismo in cui siamo inseriti a farlo.

Il risveglio

 

Questo è un momento storico molto importante, in cui le coscienze sono chiamate al risveglio, in cui ci viene data la possibilità di prendere davvero in mano il nostro destino indirizzandolo verso il desiderio profondo del nostro cuore, in cui è necessario fare un ordine delle priorità “reale” e non illusorio, perché altrimenti saremmo chiamati a guardare la realtà in maniera forte e improvvisa.

 

Perché non riusciamo a vedere le cose importanti? Che filtro abbiamo davanti agli occhi che ci fa perdere il contatto con la realtà? Quando ho visto la piccola, che si era alzata dopo un riposino, mi si è aperto il cuore. Mi ha guardata sorridendo e alla mia domanda:  “Come stai tesoro?” mi ha risposto con un sorriso “Bene”.

Lei è già oltre. Oltre la malattia, oltre la fatica, oltre tutto.

 

Si sente bene, ha già vinto. Da grande farà la dottoressa e sono certa sarà bravissima. Ha già conosciuto la lotta, la sofferenza, l’accettazione di ciò che non si può cambiare ma solo affrontare, e si è fatta portatrice di u grande messaggio per la sua famiglia, con un coraggio e una luce negli occhi che mi hanno fatto riflettere tutto il giorno.

Mi sono addormentata con l’immagine del suo sorriso e mi sono risvegliata allo stesso modo, ma più ricca. Quel messaggio così forte è arrivato anche a me, e la benedizione insita in una situazione così difficile da accettare quando coinvolge un bambino l’ho respirata, l’ho sentita addosso, è entrata dentro, nel mio cuore.

Ci perdiamo in un bicchier d’acqua certe volte, viviamo vite d’apparenza, di superficialità gratuita, andiamo in crisi per le piccole cose, ci sentiamo vittime sacrificali del destino senza neanche sapere cosa vogliamo davvero, fino a quando non arriva la lezione, la sberla che lascia senza fiato, e a quel punto non possiamo più fare finta di niente, bisogna decidere chi vogliamo essere e avere il coraggio di fare quel salto che non si sa dove ci porterà ma dal quale non ci si può esimere.

Da certe scelte, che ci vengano imposte o che si presentino spontanee nella nostra vita, non torna indietro.

Ha senso dormire per una vita intera e rischiare di essere svegliati in malo modo?

Maruska Cappelletti

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