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San Marino fiore di poesia nella severa via della storia

Il Palazzo del Governo è uno dei luoghi più significativi della Repubblica di San Marino al suo interno si svolge infatti, la vita istituzionale e politica del paese.

L’interno del Palazzo è ricco di omaggi, sotto forma di dipinti statue e busti, a quegli uomini che furono importanti per la storia di San Marino, sammarinesi e non.

San Marino nelle parole di Giosuè Carducci

Citazione doverosa spetta al poeta italiano Giosuè Carducci che nel 1894 in occasione dell’inaugurazione ufficiale dell’edificio venne invitato dai governanti e proferì una solenne orazione dedicata alla“Libertà perpetua di San Marino”.

Per l’occasione fu pubblicato un numero unico, a cui vennero invitati a collaborare oltre ai sammarinesi, noti scrittori italiani, tra i quali Giovanni Pascoli, che nell’occasione compose un’alcaica latina in sei strofe, intitolata “Mons Titan”.

Nella lettera a corredo della poesia Pascoli esprimeva una sconfinata ammirazione nei confronti della Repubblica di San Marino, definita “gloriosa nella sua piccolezza più di molti imperi” ed esprimeva l’auspicio di onorarla con i migliori scritti. L’occasione si presentò alla morte del Carducci, quando San Marino volle onorarne la memoria con un’erma di bronzo (nella foto) da collocare nell’ atrio di Palazzo Pubblico.

San Marino definito fiore di poesia da Pascoli

A tenere il discorso ufficiale fu invitato Pascoli, che accettava ammirato da San Marino “fiore di poesia nella severa via della storia”, il 30 settembre 1907 nella Sala del Consiglio pronunciò l’acclamato discorso “ Alla gloria di Giosuè Carducci e di Giuseppe Garibaldi”, la Repubblica il 5 novembre 1907, come in precedenza avvenuto con Carducci, gli conferiva la cittadinanza onoraria.

“……o San Marino, tu ben avevi il sacrosanto diritto di sussistere unico dei vecchi stati, perché unico nato dal popolo e fondato sulla libertà. Ma prima ancora della nostra rivincita, prima ancora della nostra rinascita, tu, quel giorno acquistavi un nuovo diritto: quello della cittadinanza, quello della società e fratellanza nella terza Italia….” ( G. Pascoli, Alla gloria di G. Carducci e G. Garibaldi)

Chiara Macina

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