domenica , Dicembre 8 2024

Non ci saranno ostacoli tra di noi

Non ci saranno ostacoli tra di noi di Mariella Bucci

“Prego, si accomodi”.
Lo sai che hai una voce stupenda? La sto guardando e devo essere parecchio imbranato perché rimango lì impalato. Lei ha l’aria di divertirsi molto. Sono sicuro che lo sa quanto è bella, lo penserà tutte le volte che si guarda allo specchio.
Vestita così, la maglietta sottile color panna con la biancheria di pizzo che si intravede.

Mi sta sorridendo e io riesco a sedermi di fronte a lei, cercando di darmi un contegno. “Allora, mi ha detto per telefono che ha necessità di frequentare un corso di lingua inglese per un suo incarico lavorativo. La nostra scuola è leader nel settore, non si pentirà della scelta”.

Lei sta continuando a parlare e io sono sicuro che non mi pentirò. Non voglio che si accorga che le guardo le gambe attraverso il vetro della sua scrivania. Ha lo smalto alle unghie dei piedi, anche i suoi piedi sono quanto di più bello abbia visto negli ultimi tempi. Mentre lei continua a illustrarmi le caratteristiche del corso, io asserisco di tanto in tanto, giusto per partecipare con qualche “Certo, sì, capisco.”

Eppure quando le ho parlato per telefono non immaginavo di trovarmi di fronte una donna così.
Avrà una quarantina d’anni, forse qualcosa in più. Qualunque età abbia, ha una carica, una energia, una dolcezza che mi piace. Ha i capelli lisci neri legati all’indietro e un delicato ombretto azzurro su incredibili occhi scuri.

Mi sento uno scolaretto alle elementari. Non avrei mai immaginato di sentirmi così. Ecco sorride. Incantevole.
Anche il suo profumo è buono, mi sembra tutta buona e mi prende violenta la voglia di toccarle una mano. No, non si può.
Ha un sorriso irregolare, un dente lievemente storto, forse è caduta da piccola, povera. Ha un sorriso magnifico, è caldo e accogliente.

“Si, certo, naturalmente”
“Come scusi?”
Stavolta devo aver sbagliato risposta. Devo staccare lo sguardo dal suo sorriso e con un lampo di intuito riesco a focalizzare che l’ultima domanda era stata:
“Quando intende cominciare?”
«Dicevo, naturalmente subito, quanto prima, partirò il mese prossimo»
“Bene, Angelica sarà a sua disposizione per definire il calendario delle lezioni”

Guardo alle sue spalle e vedo una ragazzina alle sue spalle, bionda coi capelli mossi che le scendono sulle spalle, una camicetta aderente e un velo di rossetto sulle labbra sottili.
Angelica? E chi la vuole questa bionda slavata? Devo avere una espressione da imbecille perché la signora Daufin mi sta chiedendo: “Qualcosa non va?”
“No, no, mi scusi ancora, sono molto stanco e vista l’ora fatico non poco a mantenere il livello d’attenzione. Quindi non è lei la mia insegnante?” Che imbecille, mai detta una cosa più idiota. “No, io tengo pochissimi corsi e solo di francese, la mia lingua madre. Però mi occupo di tutta la parte amministrativa. Avremo occasione di incontrarci ancora per definire la parte economica in base al calendario delle lezioni concordate”.

Sono un idiota, non so cosa mi sia successo, ma quella donna mi ha completamente sconvolto. Eppure di donne io ne ho viste. Ma questa è speciale, sono sicuro che è diversa da tutte le altre, lo sento. Abbiamo appena terminato di definire giorni e orari con la slavata. OK, arrivederci anche a te, ma lei? Do uno sguardo nell’altro ufficio ma la luce è spenta. Andata. Spero ci siano molti dettagli economici da discutere la prossima volta, chissà che non abbia qualche chance.

«PREGO SI ACCOMODI»
Ma guarda questo rompiscatole di un figlio di papà se doveva fissare un appuntamento proprio alle otto e mezza di sera… Se non curassi gli interessi finanziari di questa baracca, gli avrei detto che chiudiamo gli uffici alle 19,00 e che la sua urgenza poteva tenersela.
Si è seduto e mi guarda come se non avesse mai visto una donna in vita sua. Eppure di carino è carino, avrà circa trentacinque anni, barbetta disegnata sul viso come è di moda, occhi brillanti. Sono occhi che sorridono, è così raro trovarne. Anche occhi che ti guardano così è raro trovarne. Sciocca, è un ragazzino!

Sembra interessato, ma visto che il corso lo paga suo padre, non più di tanto, starà pensando alla sua nuova fidanzata. Magari è seduta di sotto che lo aspetta nella macchina nuova di zecca. Se solo smettesse di fissarmi, dicendo: si, certo, naturalmente…
Ecco, ho finito di illustrare tutto, posso andarmene, Angelica è sicuramente più consona a questo ragazzetto di buona famiglia, avranno anche la stessa età.
“No, non sarò io la sua insegnante” Sembrerebbe dispiaciuto. Ma no, lo lascio in buone mani. Angelica è la ragazza più carina che abbia lavorato per me negli ultimi cinque anni. Quasi quasi mi dispiace di lasciarlo solo con lei.

Ma ti sei guardata allo specchio? Non ti trovi troppo vecchia per queste cose? Forse non si è mai troppo vecchi per innamorarsi.
Due volte sciocca. Però spero ci siano molti dettagli economici da discutere la prossima volta.
“Arrivederci”

Mi fermo dietro la porta ad ascoltare la sua voce che definisce date e orari, Però, ha le idee chiare il ragazzo! E che sorriso.
Tre volte sciocca, torna pure nel tuo miniappartamento con quel rompiscatole del tuo gatto che non ti lascerà in pace finché non gli concederai le dovute carezze Passarono alcuni giorni, Stefano Crovetti cominciò il corso di inglese, ma dell’affascinante signora Daufin nessuna traccia. Per questo dopo una settimana decide di chiamarla con la scusa di firmare il contratto, lei è cordiale e ha una voce accogliente anche a telefono. Stefano per impegni di lavoro può vederla solo mercoledì alle 13,30. “Potremmo mangiare qualcosa assieme, visto che le faccio saltare la pausa pranzo.”
“Non c’è bisogno che si disturbi, avrà certamente molti impegni.
“Non mercoledì dopo le 13,30 e fino almeno alle 15,00. Mi farebbe veramente molto piacere pranzare con lei”
“Va bene, se insiste.”
Vuole solo essere gentile, avrai almeno dieci anni più di lui , è un tuo cliente, è così carino, hai così bisogno di un paio di occhi che ti guardano come l’ultima volta che l’hai incontrato.

MERCOLEDI’ 13,30
Dopo tutti i convenevoli, le firme il contratto, i soldi, lei apprende che Stefano non ha un padre ricco, anzi, non ha i genitori e da quando aveva dieci anni, compiuti in un orfanotrofio ha giurato che nella vita avrebbe cercato di essere sempre il migliore.

Ci era riuscito, a trentacinque anni era direttore di filiale e aveva appena ottenuto un incarico in Inghilterra per gestire una società con tecnologia innovativa. Il prezzo che aveva pagato per la sua carriera era l’assenza di rapporti interpersonali e una certa soggezione nei confronti delle donne. Stefano apprende che la signora Daufin, Elenoir Daufin. Si è trasferita in Italia per seguire suo marito di cui si era follemente innamorata a Parigi, dove viveva all’età di venti anni. Adesso viveva da sola col suo gatto di nome Leopardo e si dedicava a quella scuola di lingue che aveva aperto cinque anni prima e della quale era molto soddisfatta. Entrambi si trovano seduti al tavolo del bar, con un panino davanti e continuano a guardarsi negli occhi e a sorridersi. Sono passati dal «lei» al «tu», scherzano su temi dì politica e ridono di cuore. Stanno bene. Al momento di lasciarsi Stefano dice: “Mi piacerebbe rivederti, prima di partire” “Stefano, mi sei molto simpatico, ma non credo sia il caso” “Sei impegnata? Voglio dire hai un compagno?” “No, non ho più un compagno, già da un po’ ormai e tu faresti meglio a dedicarti a qualcuna della tua età” “Non mi dare del ragazzino, Non posso sopportarlo. E’ la prima volta che provo qualcosa del genere per una donna e non permetterò che le tue stupide convenzioni sociali circa le differenze d’età ci impediscano di darci gran parte di ciò di cui abbiamo bisogno. Ho bisogno di rivederti, non ti ho chiesto in sposa, ma ti trovo l’essere più delizioso con cui sia mai venuto in contatto”
“Stefano ho così bisogno d’affetto che potrei prenderti seriamente…”
“Non chiedo di meglio”

Avevano pagato e stavano uscendo dal locale. Si avviarono nel portone dell’istituto di lingue e prima di entrare in ascensore lui la braccò delicatamente baciandola sulle labbra. In ascensore si baciarono ancora, e girava loro la testa come se fossero ubriachi, eppure avevano ordinato solo coca cola.
Si erano innamorati persi, si erano riconosciuti immediatamente come anime gemelle e questo niente e nessuno glielo poteva togliere.
Adesso vivono a Londra da un anno e sono in procinto di ritrasferirsi a Firenze dove si sono conosciuti due anni fa. Da allora hanno condiviso tutto il possibile.
L’amore vero non conosce ostacoli di tempo, di età di spazio. Mai.

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