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Monet in mostra a Roma

Claude Monet in mostra a Roma, presso il complesso del Vittoriano, dal 19 Ottobre 2017 all’11 Febbraio 2018.

L’esposizione, curata da Marianne Mathieu, presenta circa sessanta opere del padre dell’Impressionismo, provenienti dal Musée Marmottan Monet – che nel 2016 ha festeggiato gli 80 anni di vita – testimonianza del suo percorso artistico, ma soprattutto dell’artista medesimo. Si tratta infatti delle opere che Monet conservava nella sua ultima dimora di Giverny e che il figlio Michel donò al museo.

Tutte le informazioni sulla mostra potete trovarle qui.

 

Claude Monet in una fotografia di Nadar, grande ritrattista del XIX secolo

Claude-Oscar Monet nasce a Parigi il 14 novembre 1840. Non beneficerà particolarmente del fervente clima culturale parigino perché, a soli cinque anni, la sua famiglia si trasferisce a Le Havre, dove frequenterà il College Communal della cittadina, che non fece altro che soffocare la sua creatività.

La sua fortuna la farà una zia ricca che, colpita dal talento del giovane, gli permette di tornare a Parigi per frequentare una scuola d’arte. Dal 1859 è quindi di nuovo nella Ville Lumiere, dove però, invece dei corsi accademici, preferisce frequentare gli ambienti artistici vicini a Edouard Manet.

Dopo un anno di servizio militare ad Algeri, grazie al quale scopre la luce e i colori dell’Africa che contribuiranno a sviluppare in lui la passione per la natura, nel 1861 torna nuovamente a Parigi dove conosce gli altri frequentatori dell’ambiente di Manet, come Guerbois e Pissarro e dove continua a preferire la pittura en plein air, e le stimolanti sperimentazioni sulla luce e sulla percezione dei colori.

Seguiranno anni di lavoro accanitissimo che amplierà notevolmente il suo bagaglio di esperienza, concedendogli però ben poche soddisfazioni a fronte di molte amarezze acuite da una forte depressione e una grave situazione economica.

Nel 1880 si trasferisce a Giverny: qui Monet comincia a dipingere una serie di quadri raffiguranti le ninfee presenti nel lago della sua residenza e il successo comincia infine ad arrivare, ormai riconosciuto erede di Manet e considerato indiscutibilmente l’uomo simbolo dell’Impressionismo. Morirà nella sua casa di Giverny nel 1926.

 

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