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La salute vien mangiando

I Romani sostenevano che “l’appetito vien mangiando”. Ai tempi d’oggi si potrebbe tranquillamente parafrasare tale espressione in “la salute vien mangiando”. Sicuramente anche consoli e imperatori di duemila anni fa non se ne avrebbero troppo a male, dato che la salute di Roma e dei suoi territori derivava anche dalla capacità espansiva e di conquista delle Legioni romane, fino a quando però forse il tutto non è cresciuto troppo, come in un corpo sovrappeso od obeso.

Tornando ai giorni nostri, uno degli allarmi più costanti, è proprio l’eccessivo aumento di peso, considerato una delle cause scatenanti o in grado di favorire l’insorgenza, di numerose patologie, anche croniche e fatali.

Pure la first lady, Michelle Obama, moglie del presidente degli Stati Uniti d’America ha da tempo intrapreso una campagna a favore di stili di vita più salutistici e in particolare contro quello che gli stessi americani chiamano “junk food”, cioè cibo spazzatura. Una sensibilizzazione che l’ha vista impegnata anche a Expò Milano, una grande kermesse che per certi versi, ha rappresentato anche una contraddizione, annoverando tra gli sponsor principali proprio alcune catene di fast food e note bevande zuccherate.

Per parlare di salute è imprescindibile oggi parlare anche di una corretta alimentazione oltre che di adeguati stili di vita che comprendano un po’ di movimento e attività per la mente.

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Come spiegano ampiamente vari nutrizionisti, esperti dell’alimentazione e medici, il corpo umano è geneticamente predisposto all’accumulo, proprio perché progettato per far fronte anche a periodi di carestia o di scarsità di cibo. Secondo alcuni studi sulla capacità di resistere senza nutrirsi infatti, un essere umano potrebbe sopravvivere anche fino a una quarantina di giorni, sempre che, tuttavia, gli sia possibile bere (anche perché in quel caso la resistenza sarebbe drasticamente ridotta a 4-6 giorni).

In caso di eccesso di cibo, quindi, e in assenza di esercizi e attività che portino a consumare le calorie assunte in eccesso, il corpo umano semplicemente le “inscatola” e “custodisce” in depositi di grasso pronti per essere utilizzati in caso di necessità.

Chi ha la fortuna di vivere nel mondo occidentale non si trova nelle condizioni di carenza di cibo, ma al contrario di abbondanza, spesso pure rappresentata da alimenti non salutari.

Come accennato già anche nell’articolo sull’allarme lanciato dall’Oms sulle carni rosse, a comportare rischi spesso non è il singolo alimento in sé, ma l’uso eccessivo. Anche gli alimenti più “sicuri” come potrebbe essere della semplice acqua, se assunti in eccesso possono infatti portare a problemi, complicazioni e persino mettere  a rischio la salute e la vita stessa della persona. Secondo il professor Mark Whiteley della Whiteley Clinic di Londra, per esempio, ingerirne troppa può alterare il benessere della persona, causando disturbi anche gravi tra i quali l’eccessiva sudorazione, l’insonnia e il pericolo di diluire troppo il sangue che potrebbe portare all’insorgenza di malattie cardiovascolari e anche alla morte.

Secondo il professore inglese lo stesso consiglio di “bere molta acqua” avrebbe generato in certe persone un impulso quasi compulsivo, tanto che è stato coniato il termine “aquaholism” cioè di “dipendenza da acqua”. Insomma, bere troppa acqua produrrebbe dipendenza e causerebbe problemi alla salute. E il fenomeno sarebbe pure in aumento.

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Tornando alla questione di una alimentazione superiore al fabbisogno dell’organismo, la conseguenza sono sovrappeso e obesità, condizioni che causano problemi alla salute sempre più frequenti e diffusi. Gli appelli sono numerosi e non aiutano purtroppo gli annunci di diete, infusi o attrezzi ginnici, spacciati come miracolosi e capaci di far perdere peso velocemente e con estrema facilità, generando quel senso di “posso dimagrire quando voglio” che oltre a essere sbagliato, ritarda qualsiasi azione verso uno stile di vita più salutare, ma più “impegnativo”. La sedentarietà d’altronde è uno degli altri fattori che contribuiscono all’aumento di peso dell’individuo.

Va ricordato che un corpo in sovrappeso porta a una modificazione anche dello stesso metabolismo dell’individuo, la cellula adiposa non è inerte, ma reagisce con il resto dell’organismo, soprattutto attraverso il sistema endocrino, favorendo l’accumulo di ulteriore tessuto adiposo.

Eppure il cibo potrebbe essere utilizzato come vera e propria terapia (alcuni alimenti sono decisamente indicati o sconsigliati in certi periodi o in persone in particolari condizioni che richiedono regimi alimentari speciali). Quel che è certo, inoltre, è che una corretta alimentazione può sicuramente aiutare a prevenire rischi e problemi.

Tra tutti i tipi di alimentazioni esistenti, quella più consigliata è decisamente la dieta mediterranea, come ha ricordato, non più di tardi di due settimane fa, il congresso nazionale dell’Associazione italiana di epidemiologia. Eppure dai dati oggi in possesso, si scopre che la dieta mediterranea, inventata proprio in Italia, è seguita nella Penisola da un italiano su cinque.

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Per capire le conseguenze della cattiva alimentazione, sempre l’Aie afferma che “il 40% di tutto il carico di malattia degli italiani, cioè delle morti e malattie precoci, è attribuibile all’alimentazione” o meglio, alla “cattiva alimentazione”. Al contrario invece, una maggiore adesione alla dieta mediterranea, con la riduzione dei consumi di alimenti di origine animale, in particolare di carni rosse e di alimenti a elevata densità energetica, incluse le bevande zuccherate, “sarebbe in grado di dimezzare il rischio di eventi cardiovascolari e di ridurre il rischio di tutti i tumori, in particolare di quelli del colon-retto”.

Secondo gli esperti dell’Aie, inoltre, i benefici della dieta mediterranea non si riscontrerebbero solo nei soggetti sani. “Sapevamo già che la qualità di vita e la sopravvivenza migliorano nei portatori di malattie cardiovascolari che seguono questo regime alimentare – concludono gli epidemiologi -. Oggi esistono prove che ciò avvenga anche per i malati di tumore, per i quali si riduce il rischio di recidive e metastasi”.

Insomma, forse è proprio vero che “la salute vien mangiando”.

Franco Cavalli

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