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La promessa di Mike Tyson ad Alì

Il 2 ottobre del 1980 un quattordicenne pugile di un quartiere disagiato dei dintorni di New York, che indossava con orgoglio la tuta della nazionale giovanile statunitense, ebbe l’opportunità di assistere al campionato del mondo WBC dei pesi massimi, nella sfarzosa cornice del Caesar’s Palace di Las Vegas.

Il ragazzo si chiamava Mike Gerard Tyson, non aveva ancora vinto nulla e pronosticargli il futuro da campione, a quel tempo, sarebbe ancora stato un completo azzardo.

Abbandonato dal padre in tenera età, era cresciuto con la madre tra difficoltà e indigenza, sviluppando senza alcun artifizio o allenamento specifico un fisico incredibilmente muscoloso: a dodici anni era un massiccio blocco unico di quasi novanta chili.

In quella serata di grazia, sul ring stava per combattere il pugile che Mike aveva idolatrato sin da tre anni prima, quando questi era venuto in visita al riformatorio presso cui il ragazzino stava scontando una delle tante condanne scaturite dagli oltre trenta arresti subiti da teenager.

Un vecchio e già malato Muhammad Alì tornava sul ring ad oltre due anni dal ritiro.

In un incontro dai tratti tristi e melanconici, come solo gli epiloghi delle carriere dei campioni più grandi sanno essere, Ali cedeva nettamente all'”assassino di Easton”, Larry Holmes, non rispondendo al rintocco della campana dell’undicesima ripresa.

Enormemente deluso dalla sconfitta del proprio beniamino, Mike ingoiò lacrime amare e fece ritorno nella villetta del proprio allenatore, Cus D’Amato, che da un anno lo ospitava con l’intento di tenerlo lontano dai guai.

Il giorno successivo, svegliato di buon’ora dallo squillo del telefono, Mike si accorse che il suo allenatore stava parlando proprio con Mohammad Ali.

Sollevato, quindi, il ricevitore dell’apparecchio di un’altra stanza, il giovane talento della nazionale giovanile statunitense si inserì timidamente nella conversazione col proprio idolo, sussurrandogli le parole che arrivavano dal cuore di bambino-tifoso ferito: “I’ll get Holmes for You!” Batterò Holmes per te!

Ali, sorpreso, rispose benevolo alla timida voce, ringraziando con calore.

Poco più di sette anni più tardi, il 22 gennaio del 1988, al Convention Center di Atlantic City, Mike Tyson impiegò meno di quattro round per spedire definitivamente al tappeto Larry Holmes.

Myke Tyson

All’inizio di quello stesso match, durante le presentazioni, un claudicante e tremante Muhammad Ali si era avvicinato a Tyson dicendogli: “Ricordati di quello che mi avevi promesso!”

Mike tenne ben a mente la propria promessa.

Marco Nicolini

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