Il principe grigio
Quando ero piccola durante il mese di luglio la mia famiglia prendeva in affitto una casa a Rimini in via Pascoli, ci trascorrevamo tutto il mese, andando al mare ogni giorno, mio fratello soffriva d’asma e l’aria salmastra gli faceva un gran bene, mio babbo amava poco stare in spiaggia ma veniva suo malgrado perché era molto apprensivo nei confronti dei suoi figli e dei pericoli in generale, se mia mamma gli diceva “Ma stai a casa vieni a trovarci la sera” lui rispondeva “No no, te sei troppo distratta. Ho paura che te mi perdi i miei bambini”, passava le ore in spiaggia all’ombra con il naso dentro a qualche libro giallo e attentissimo a tutti gli annunci della Publiphono, il pomeriggio quando facevamo il riposino girava tutte le bancarelle di libri usati che c’erano allora a Rimini e tornava a casa con piccoli tesori letterari che poi a volte mi raccontava.
Aveva un modo tutto suo di esserci, sembrava sempre assorto in altro, poco presente davvero con la testa altrove, in una poesia che aveva in mente di scrivere, in qualche saggio, in una lettura eppure, aveva un’energia potentissima e una forte presenza, un modo tutto suo di esserci che sento ancora oggi e che mi non mi fa mai sentire orfana di lui.
Lui c’è sempre.
Ho in quegli anni allacciato un’amicizia particolare con una Signora di nome Corrada, una “giovane antica” come diceva mia nonna, una Signorina nubile, che abitava la casa sotto alla nostra al mare, un piccolo monolocale che a me sembrava un Castello, avevo l’abitudine di andare a da lei ogni sera e lei mi mostrava i suoi tesori: un rossetto color corallo che metteva ogni giorno, una borsetta dorata con dentro una spazzolina per capelli che usava quando da giovane andava a ballare, tante borse per il mare con telo coordinato e cosine così che a me piacevano molto, oggetti che ancora oggi amo tantissimo, molto femminili e civettuoli.
Corrada aveva un superpotere mi raccontava storie bellissime, sulla sua infanzia ma anche su Peppone e Don Camillo, due personaggi letterari prima e cinematografici poi che io ho sempre amato moltissimo, con lei io parlavo di tutto, mi piaceva molto il modo che aveva di prendersi cura di sé, di scandire i ritmi della giornata in base ai suoi desideri ed esigenze, aveva solo una sorella e dei nipoti lontani, ma non era una persona sola si era creata tanti interessi ed amicizie, aveva un accento romagnolo buffo e simpatico.
Corrada aveva un corteggiatore, ne parlava ogni tanto con me, mai con gli adulti, solo con me, un Principe Grigio come lo chiamava lei, una persona che ingentiliva il suo tempo.
Io in quegli anni leggevo tante favole ma mai avevo sentito parlare di un principe grigio, solo azzurro o azzurro con un cappello con la penna bianca, o azzurro e con un lungo mantello.
No il suo era invece grigio, penso per il colore dei capelli, argentati, ma anche per il valore del rapporto, morbido educato e nutriente, un valore che impreziosisce senza stringere, colorato di tutte quelle bellissime sfumature che solo il tempo e la maturità che ci regala sa dare.
Non grigio nel senso di opaco senza valore, grigio nel senso di prezioso e lucido come argento.
Io ascoltavo Corrada con gli occhi spalancati.
Io riesco solo ora a capire tutto il valore di quel “Principe grigio”, a cinque anni non potevo capirlo, a quindici ero certamente alla ricerca di un Principe ma lo sognavo coloratissimo, magari biondo cenere e poi verso i trenta magari mi sono detta “il principe esiste solo nelle favole” e poi magari verso i quaranta ho più volte scritto in qualche articolo o detto a mia figlia “I principi lavino almeno la calzamaglia, oppure principesse ma salviamoci da sole”.
C’è sempre un momento nella vita di ogni donna in cui si comprende che certe dinamiche capitano sole nelle favole e non perché il mondo va a rotoli e non perché non sempre il bene trionfa sul male, non solo almeno, arriva un momento in cui si capisce che la realtà è molto più sfaccettata di quello che si legge in una favola, ricca di dinamiche e incastri molto più fantasiosi.
Una cosa è vera però: le donne, non tutte ma molte, di sicuro mia figlia e le mie amiche, sono principesse e devono sempre mettersi in salvo da sole senza aspettare alcun principe.
Al limite con lui faranno un cin cin.
Condividere il proprio valore va bene cercarlo o delegarlo ad un’altra persona no.
Ma la bellezza di un principe grigio che quando meno ce lo aspettiamo fa capolino da noi dove la mettiamo?
Chi è un principe grigio
Un ragazzo grande con i fili d’argento tra i capelli
Chi legge tra le righe
Chi parla a bassa voce
Chi non scorpora il dolce dal conto in comune
Chi ci ascolta con pazienza
Chi sor (ride) con noi
Chi è saggio e ha capito che parlare tanto per dare fiato alla bocca non è una grande pratica
Chi ha cura della sua serenità
Chi coltiva come gesto anticonformista e di ribellione al sistema il suo mondo interiore
I puri di cuore
Chi parla con gli animali
Chi è leale
Chi è genuino e sognatore
Chiara Macina