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Una Bologna Medievale affascinante come la moderna New York

Scarica il file originale 6500 × 4758 px jpg Visualizza nel browser Devi attribuire l'autore Fammi vedere come Ulteriori dettagli Panorama immaginario della Bologna turrita dell'XI secolo (Toni Pecoraro, 2012) - Wikipedia

Bologna la dotta, per via dell’università che risale al 1088, la più antica del mondo occidentale.

Bologna la grassa, per via della sua cucina sostanziosa ed opulenta.

Bologna la rossa, per via dei mattoni con i quali fin dal medioevo sono stati costruiti torri e palazzi, o in epoca più recente, per via delle preferenze politiche dei suoi abitanti, o ancora per via del colore rosso di Ducati e Ferrari che, assieme a Lamborghini e Maserati, fanno di Bologna e della sua regione la “terra dei motori”.

Ma forse, non tutti sanno che nel medioevo Bologna era anche la turrita, per via delle numerose torri rendevano il suo panorama tanto inconsueto quanto spettacolare.

Tra il XII e il XIII secolo il numero delle torri innalzate nella città era molto grande: nel tempo di massima fioritura se ne contavano fino a 100, qualcuno afferma addirittura tra le 150 e le 180.

Parte integrante del tessuto urbanistico, le torri rappresentavano un’emanazione del potere delle illustri famiglie bolognesi che le avevano erette. La forza e il prestigio del loro nome corrispondeva infatti alla grandezza e alla maestosità delle rispettive costruzioni, utilizzate anche per scopi militari e di difesa.

Una destinazione prevalentemente abitativa ebbero invece le cosiddette case-torri, di altezza mediamente più ridotta, dotate di più aperture, di una pianta spesso rettangolare e di mura meno spesse.

Torre degli Asinelli e la Torre della Garisenda.

Di tutte le torri che costituivano lo “skyline medievale”, oggi ne sono sopravvissute 24, tra cui le due torri più famose sono la Torre degli Asinelli e la Torre della Garisenda.

Entrambe pendenti, sono alte: la prima 97 metri, con una scalinata percorribile di 500 scalini, da sconsigliare però ai laureandi perchè leggenda vuole che non ci si laurei se la si sale prima dell’agognata corona dall’alloro; la seconda 47 metri, la più pendente delle due, nominata più volte anche da Dante nella Divina Commedia, a riprova, forse, dei suoi trascorsi bolognesi.

 

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