martedì , Marzo 19 2024

“Terra chiama Chiara e la luna risponde”

Terra chiama Chiara e la luna risponde

di Anna Chiara Macina

Oggi sono mamma di Arianna e Francesco.

Prima di essere la loro mamma lo sono stata di moltissimi gatti, tutti quelli che senza alcuna interruzione cronologica ho adottato dai sette anni in avanti, alcuni li ho aiutati a nascere, altri li ho allattati con un micro biberon e latte artificiale ogni tre ore ogni notte per quaranta giorni, mi hanno insegnato una dote che pensavo di non avere e che mi è stata poi molto utile con i miei bambini: la pazienza e il senso dell’accudimento di una piccola vita.

Ancora prima sono stata mamma di un esercito di bambole che tenevo tutte in camera mia sopra l’armadio nella mia casa al Palazzo Stella in Città, ogni pupa aveva un nome e nel mio immaginario una personalità ben definita: le mie preferite erano Camilla la bambola con il passaporto, aveva fattezze morbide morbide grandi occhioni, capelli di lana coloro arancione e un passaporto per viaggiare e andare ovunque volesse, Baby Skate invece pattinava, ed era durissima quando la portavo a letto con me mi svegliavo tutta contusa, Elisa profumava di acqua di colonia la vestivo ogni giorno con un abito diverso e la tenevo sempre con me.

Sono stata una bambina molto riservata, solitaria e con un ricco mondo interiore, prendermi cura delle mie bambole era la mia attività preferita, nella mia camera con la porta chiusa mi occupavo di loro, inventavo mille storie bellissime.

Quelle che oggi scrivo.

Il mio cruccio più grande da piccola era di non essere molto tagliata per le attività pratiche e manuali, raro che capissi subito le regole di un gioco di gruppo, raro riproducessi in modo corretto la coreografia di un balletto, cose così, piccoli impasse che pensavo avrei superato diventando grande, ma così purtroppo non è stato.

Ci sono attività e imprese che mi risultano assolutamente impossibili, oggi come quando avevo quattro anni:

-non c’è una volta in cui vada a fare la spesa, in cui rammenti di portare la borsa riciclabile per contenerla;

-le medicine hanno un congegno che le rende difficilmente apribili ai bambini , questo vale anche per me, devo sempre chiedere aiuto a qualcuno per riuscire a utilizzarle;

-Ho studiato Legge e mi sono anche laureata, ho poi scelto una strada del tutto diversa, ma una base giuridica la dovrei avere, invece ho difficoltà a comprendere un regolamento, un adempimento, non lo faccio mai in maniera esaustiva o subito bene;

-Ho una buona memoria del cuore e una pessima per scadenze e altro;

-Un lottatore di Sumo ha più grazia di me nell’applicare lo smalto;

-Non capisco barzellette o freddure;

-Non ho mai compreso le regole di una caccia al tesoro;

-Non conservo scontrini, ricevute e documenti utili;

-Ho poco senso dei soldi, faccio fatica a dare valore monetario al mio lavoro perché prima di tutto per me è una passione;

-Guido male sono distratta e guardo sempre e solo il panorama;

Una lunga lista di piccoli grandi crucci che mi porto nella mia valigia della vita da sempre e che la maturità non è riuscita a mitigare, un’eredità di famiglia che mi ha lasciato mio babbo, un simpatico e per me dolcissimo “uomo di penna” sprovvisto di qualsiasi senso pratico.

Solo due cose mi consolano molto: nonostante questa poca attitudine alle questioni pratiche sono stata una mamma presente e molto accudente, con bimbi ben vestiti, ben nutriti, ben custoditi.

Trovo sempre degli angeli sul mio cammino.

Questa mattina vis a vis con i miei limiti al supermercato nell’atto finale della mia spesa, quando cercavo di riattaccare il carrello agli altri per recuperare la moneta e non ci riuscivo e mi rattristavo e mi ripetevo quanto inetta fossi, un ragazzone mi ha fermata mi ha detto “Non riesci a recuperare il soldino?”.

Ho risposto sconsolata “No, ora riprovo in un’altra fila e poi la lascio perdere”.

Il ragazzo ha sorriso ha esultato con me quando ci sono riuscita e poi ha aggiunto “Ah ma se non ci riuscivi tanto ti aiutavo io”.

Ecco! Zero abilità manuale ma empatia doppia e fortuna e una connessione all’altro che mi mette sempre sulla strada un’anima dal taglio più pratico di me che è disposta ad aiutarmi.

 

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