domenica , Dicembre 8 2024

Storia dei miei nonni per il bimbo che verrà

In questi giorni di paura e fragilità, giusta reclusione e riflessioni necessarie c’è un pensiero che continua a farmi sorridere e guardare con fiducia al domani: tra un mese diventerò zia.

E’ da tanto che non stringo un neonato tra le braccia, il pensiero di cullare un nipotino mi fa gioire. Io ti racconterò molte storie, quella che ti racconterò oggi è la quella dei miei nonni materni, attraverso le parole vorrei  tu li possa conoscere e amare come ho fatto io e non siano per te una fotografia in bianco e nero ingiallita dal tempo.

La nonna Anna era bellissima, con grandi occhi verdi sempre spalancati sul mondo, mi ripeteva sempre una frase “La lingua non ha ossa ma se le fa rompere cara Chiara”, amava le farfalle, i mocassini dorati e la vita, è rimasta sino alla fine un’eterna ragazza, attenta all’aspetto fisico, con una civetteria tutta sua…garbata.

Gli ultimi anni della sua vita amava ripetere che si sarebbe, al termine dei suoi giorni, trasformata in una farfalla, libera e colorata e sarebbe venuta a farci visita posandosi sulla nostra spalla di tanto in tanto, non l’ho dimenticata e continuo a salutarla in ogni libellula svolazzante che vola sopra di me.

Da lei ho imparato tre semplicissime cose, che continuano a ispirarmi: “tieniti sempre su”, non ti sminuire, non ti trascurare, gioca sempre la tua partita e se puoi…metti un po’ di rossetto ogni giorno, anche se sei triste, anche se hai intenzione di trascorrere la giornata a casa da sola, anche se tutto pare perduto.

La forma a volte è davvero sostanza e io l’ho imparato grazie a te carissima ragazza ribelle, se socchiudo gli occhi rivedo la tua chioma nero corvino, gli occhi verdissimi, il fisico minuto e sempre abbracciato da una camicia bianca, un golfino scuro, pantaloni a sigaretta meglio se blu e naturalmente un paio di mocassini dorati ai piedi.

Amava moltissimo la città di San Remo e ci ha trascorso almeno un decennio da sola dopo la morte del nonno, guardava il mare e le dava forza, camminava nelle stradine del centro si fermava in qualche cabina a telefonarci, l’esordio era sempre lo stesso “Un saluto dalla città dei fiori….”, ancora di più era però legata alla sua Terra e alle sue origini, a San Marino era nata, aveva vissuto ed era tornata dopo la laurea in Farmacia a Roma, qui aveva incontrato l’amore della sua vita: il nonno Vincenzo, un uomo carismatico e fortissimo.

Vincenzo ….se c’è un uomo da cui mi sono sentita amata e protetta è stato proprio lui, una roccia, non solo per noi ma anche per il suo paese, tre volte Capitano Reggente, uomo di grande spessore e animato da ideali profondi. Sono i racconti della sua infanzia quelli che mi sono rimasti più impressi nella memoria, faceva parte di una famiglia umile e numerosa, dove la carne si mangiava solo una volta alla settimana, aveva visto il mare solo pochissime volte quando era bambino e mi raccontava una di queste occasioni come se ogni volta la rivivesse tanto era stato un evento speciale, la spiaggia, l’acqua del mare, il contatto con la natura.

Da ragazzo aveva sentito forte la “vocazione politica” era stato partigiano, si era trovato più volte a scegliere tra il bene comune e quello individuale e mai aveva avuto dubbi al riguardo, più volte rischiò la vita, sempre si salvò, dedicò la sua vita oltre che alla famiglia e al lavoro, alla pubblica cosa con impegno, con amore e passione.

“ Il mio nome è praticamente la sola e unica ricchezza che lascio. Penso che i miei figli possano ricordarlo ai loro bimbi con fierezza avendo dedicato la mia esistenza oltre che alla famiglia e al lavoro, alla pubblica cosa con impegno”. Questo ci hai lasciato scritto e questo continuiamo a raccontare ai nostri figli.

Mi ha insegnato a lottare sempre per un valore e un ideale e a cercarne uno che possa illuminare come un faro la mia esistenza dandogli un senso grande.

Dall’unione tra Anna e Vincenzo sono nati due figli, a loro volta ciascuno di loro loro ne ha avuti altri, sino ad arrivare a te mio dolcissimo bambino, io sono la zia e ti racconterò tante storie, continuando a cercare nei lineamenti del volto, in qualche tratto somatico oppure nelle peculiarità del tuo carattere e personalità tracce delle persone che ho amato tanto e che continuano ad ispirare il mio cammino.

Chiara Macina

 

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