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Pugilato: l’arte di darsele di santa ragione

Un giorno incontro Chiara e lei mi allunga un libro. “Leggilo, e dimmi cosa ne pensi”. Lo guardo, lo sfoglio e mi si illumina il viso: tratta di pugili e di pugilato.

“Nicolini racconta di pugili”

Non so quanto ci sia di nobile a darsele di santa ragione, ma sono certo che comunque di arte si tratti. Basta osservare come i pugili danzano sul ring, come muovono le gambe, saltellano, schivano e colpiscono: tattiche e tecniche che si imparano in anni di duro sacrificio e allenamento. Ho letto il lavoro di Marco Nicolini con interesse e attenzione. Molti dei pugili che ho trovato nella pubblicazione li ho visti sul ring, in diretta, fin da bambino.

Si restava alzati anche fino a mezzanotte per guardare la diretta da oltre oceano e cascavo dal sonno. Cassius Clay, Foreman, Frazier, i primi nomi che ho imparato all’epoca. Si guardavano i massimi, poi l’interesse si era spostato alle categorie “inferiori” in quanto più spettacolari. Guardare infatti dieci, dodici riprese dove a malapena si scambiavano dei jab e qualche largo gancio, non era molto gratificante. Poi tutto è cambiato, quando anni dopo è salito alla ribalta l’invincibile (fintanto che lo hanno preparato adeguatamente) Iron Man, Myke Tyson.

Spaventoso, micidiale. Il suo difetto più grande è stato quello di uccidere gli incontri, per cui è senz’altro stato deciso di “uccidere” lui. I bookmakers non facevano più soldi, il risultato era scontato. Ecco, qui io vedo il più grande delitto nella nobile arte del pugilato: gli enormi interessi che girano dietro (e addosso) allo sport. Myke Tyson, ragazzaccio ribelle, è stato sacrificato alla poco nobile arte di fare quattrini.

Da ultimo, accanto alle decine di altri grandi nomi della boxe che si trovano nel bel libro di Nicolini, non è possibile scordare il mitico incontro fra Marvin Hagler e Sugar Ray Leonard. Andatelo a vedere su Youtube, è una icona della boxe. Sì che lì hanno girato interessi per milioni (e forse miliardi) di dollari, ma la gara è stata reale, la tecnica, l’agonismo, la rabbia, la forza, il sudore e il sangue sono stati reali. E se i due pugili sono stati riempiti di quattrini, se lo sono meritato e ancora oggi l’incontro gratifica gli appassionati.

Accanto alle biografie e statistiche, Nicolini racconta la vera storia di quei protagonisti, le loro vicende umane, oltre che sportive. E da quei brani di vita escono fuori uomini, e non solo atleti, con le loro fortune, sfortune e il male di vivere che spesso accompagna chi spacca il mondo coi cazzotti, per poi subire il knockdown definitivo dalla vita. Un libro veloce, palpitante, che merita di essere letto, che porta curiosità e voglia di approfondire quelle storie, rivedere gli incontri, saperne di più.

Walter Serra

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