martedì , Dicembre 10 2024

J8581: la mia auto racconta chi sono

La mia vita si basa su tutta una serie di certezze, non sono grandi verità quanto piuttosto dati che ho ricavato dall’esperienza, coltivando quel sano spirito d’osservazione che caratterizza ogni donna.

E’ cosa nota:ogni cane somiglia al proprio padrone, per comprendere come diverrà una ragazza in età matura è sufficiente osservare la mamma, non esistono più le mezze stagioni, ma soprattutto:ogni automobile è simbolo e proiezione della personalità del proprietario, penso che la scelta di un’auto non sia condizionata solo da ragioni economiche, anche quando il budget è limitato, riflette sempre inclinazioni personali, nel colore, nella forma o nella marca prescelta.

Io scorrazzo allegramente per le strade di San Marino,a bordo di una FIAT 500, color carta da zucchero, non blu non azzurra, ma proprio carta da zucchero, le ho attribuito sesso femminile, le riconosco cuore ed anima, quando la lascio in un parcheggio mi accomiato da lei promettendole un sicuro ritorno.

La 500 è al mio servizio da circa un anno e mezzo, quando l’ho acquistata ero in attesa del secondo figlio, il più elementare senso pratico avrebbe suggerito di orientare la scelta verso un mezzo più consono alla mia nuova condizione, tipo una di quelle familiari spaziose e dal giusto prezzo nel cui bagagliaio si possono comodamente infilare passeggini, biciclette e quant’altro, ma la natura non mi ha dotata di grande senso pratico, appena l’ho vista nel salone del rivenditore ho capito che quel mezzo era giusto per me, che eravamo fatte l’una per l’altra.

La mia “cinquina”non è per me solo un mezzo di locomozione, certo assolve anche questa funzione,mi porta al bar a fare colazione, a fare la spesa ecc. ma è soprattutto il mio pensatoio, all’interno del suo abitacolo io rifletto, canto, sogno e prendo decisioni, non esiste al mondo un piacere più grande che arrivare a una destinazione percorrendo il tragitto più lungo, semplicemente per la gioia di guidarla, finestrino abbassato e Jovanotti in sottofondo.

Le dimensioni ridotte della mia auto favoriscono una certa intimità tra me e i passeggeri, mi basta appena girare il braccio per accarezzare la testa di mia figlia, rimettere il ciuccio a mio figlio, quando mio marito è seduto accanto a me, davanti al posto del passeggero, siamo più vicini che sul divano di casa nostra, inoltre ci basta aprire il tettino per avere le stelle sopra le nostre teste.

La mia auto mi somiglia, è una tipa simpatica e alla mano se avesse la bocca sarebbe sempre spalancata in un sorriso, il suo interno è tappezzato da stickers a forma di cuore, stella, fiore, simboli che strizzano l’occhio ad un’età adolescenziale che ormai non mi appartiene più, ma che continuo a coltivare almeno nelle sue forme più genuine ed innocenti.

All’interno della mia auto ci sono sono pupazzi e giochi sparsi ovunque, la tappezzeria (a scacchi bianchi e blu) non è mai stata intonsa nè mai lo sarà, vi sono costantemente macchie di cioccolata e orme lasciate da piedini veloci e furtivi, i cui proprietari non hanno ancora appreso le regole del galateo.

La carrozzeria esterna non è perfetta, vi sono graffi da entrambi i lati, ho pensato tante volte di sistemarla ma sarebbe come cedere alle lusinghiere promesse di un chirurgo estetico per cancellare quei segnetti che da qualche tempo fanno bella mostra di sè vicino ai miei occhi, forse conseguenze di preoccupazione e pensieri relativi a un’esame, una decisione difficile o causate dalla stanchezza che mi hanno procurato le notti insonni a vegliare i bambini, piccoli, malati o semplicemente insofferenti che fossero, in fondo le ammaccature della mia auto raccontano la mia storia, la mia proverbiale distrazione allo stesso modo dei segni sul mio viso.

La mia “signorina”non è mai in sintonia con le stagioni, di solito solo a fine febbraio o quando la Primavera è alle porte, mi decido a dotarla di gomme termiche, poi tendo a rimandare l’appuntamento con il gommista e me le tengo per tutta l’Estate, salvo poi stupirmi per la velocità con la quale si sono usurate.

Molte volte in famiglia mi hanno rimproverata, sostenendo che la mia auto non è in linea alle mie esigenze e quelle della mia famiglia, a volte fingo di prendere in considerazione l’idea di cambiarla, poi penso con raccapriccio al mio adorato mezzo, il cui abitacolo profuma di vaniglia grazie all’arbre magique che spenzola dallo specchietto, guidata da un’altra persona e…sudo freddo, è come immaginare la mia testa a spasso su un altro corpo, semplicemente impossibile.

Chiara Macina

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