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Intervista ad Antonio Di Bianco

Intervista ad Antonio Di Bianco

 

 

Scorsa settimana è stato pubblicato su Zoomma.news una sorta di “The best of” le poesie migliori della tua produzione. Filo rosso l’amore che ti ispira e fa “cantare” in versi la tua anima. Perché scrivere d’amore?

Scrivo d’amore perché una forma di ribellione contro la nostra società, non c’è abbastanza amore nel mondo e voglio che le cose siano diverse, quando racconto del mio modo d’amare, sto raccontando tutte le nostre esperienze d’amore, perché l’amore è qualcosa che accomuna tutti, nessuno escluso ed è appunto un filo rosso, una luce, come diceva Einstein. Ognuno si può rispecchiare nell’amore dell’altro, è importante parlare d’amore, perché l’amore è accettazione, è cogliere l’unicità degli altri e farne un punto di forza.

Come riesci a trasformare le tue emozioni in versi? Alle spalle hai una formazione letteraria specifica?

Mi lascio inspirare dalle persone, dai luoghi, da tutti i prodotti artistici, e anche da me stesso, è questo ciò che faccio per trasformare le mie emozioni in versi, svolgo un lavoro di ricerca emozionale dove cerco di carpire fino all’ultima goccia l’essenza emotiva di qualcosa, e poi la elaboro ancora una volta per rendere tutto semplice attraverso un linguaggio poco complesso. Ho una formazione umanistica alle spalle, ho fatto il liceo classico e sono laureato in psicologia, ho svolto dei corsi di scrittura attiva ed ho studiato tanto in generale.

Riesci meglio a comporre quando sei infelice o felice?

Bella domanda, credo di non comporre solo quando sono infelice o felice, ma anche quando voglio viaggiare, riconnettermi con me stesso, abbassare i livelli di tensione, capirmi meglio, spiegare la bellezza di qualcosa o le cose dal mio punto di vista, a volte scrivo bene in un qualunque momento a volte non ho ancora le idee chiare e prendo tempo, ho scritto in momenti infelice e in momenti molto felici, la scrittura è indivisibile dalla mia vita.

A che età hai scritto la tua prima poesia? Ricordi cosa ti ispirò allora?

Ho scritto la mia prima poesia nel 2011 a 17 anni, era novembre, avevo appena perso una persona cara e non stavo vivendo un momento facile, mi sentivo perso e sotto pressione, così composi “Tristezza” e mi permise di esprimere in modo sano il dolore che provavo in quel momento. Fu’ un buon debutto se pensiamo che la stessa si classificò al secondo posto in un concorso locale e fu poi pubblicata sulla “Gazzetta del Sud”.

Credo che avrei meritato più elogi al rispetto, ma fortunatamente nel tempo ho potuto dare più visibilità e importanza a questo scritto, mi spiace solo che le persone che avevo intorno in quel frangente non abbiano potuto apprezzare, tra le tante cose di me, anche questa poesia.

Molte le tue esperienze all’estero. Cosa ti ha insegnato vivere fuori dall’Italia?

Le esperienze all’estero hanno cambiato la mia vita in meglio, sono diventato più forte e indipendente, ho avuto la possibilità di aprirmi alle altre culture e al prossimo. Sono diventato più “curioso e vivo” ed ho ricevuto tanti insegnamenti che spendo nella quotidianità, ho potuto capire che il mondo intero è la mia casa, e sono profondamente grato per questo, perché ho raccolto il meglio di tutti i posti e di tutte quelle persone, ed ho usato quell’ispirazione per essere migliore, ho creato dei vincoli e dei ricordi, i miei viaggi e la vita all’estero sono stati preziosi e sono tutt’ora preziosi.

A quale progetto ti stai dedicando ultimamente?

Dunque, in questo momento sto vivendo all’estero e sto cercando stabilità, tuttavia da gennaio ho ripreso a pubblicare all’estero, partendo proprio da San Marino, per poi tornare in Brasile, farò un po’ di giri nei prossimi mesi, in cantiere ci sono quattro libri, la raccolta di poesie “che siano nuovi occhi” sarà edita il prossimo anno in Cile e attraverso internet sarà disponibile in 5 lingue in più di 13 paesi, mi è stata offerta la possibilità di ampliare “la Luna di Barranquillla” e renderla disponibile attraverso pubblicazione come lavoro accademico di “ricerca letteraria”, mentre “le storie che non ho mai raccontato” è in fase di elaborazione ed è un libro dove racconto le storie della mia vita, credo che sia un tesoro perché rivelerò un bel po’ di cose e verità che avevo tenuto nascoste, infine il teen-fantasy con sfumature thriller che avevo terminato nel 2015 è in fase di “aggiornamento” ma per quest’ultimo non mi sono dato un tempo per terminare di fare le cose.

C’è un sogno nel cassetto che vorresti realizzare per il tuo futuro?

Si! ci sono tante cose che vorrei realizzare, ovviamente vorrei pubblicare diversi libri, ma un sogno che ho veramente nel cuore in questo momento è quello di poter viaggiare in Sud America, vorrei visitare la mia famiglia in Argentina e poi spostarmi per vedere tutti i miei amici in Cile, Brasile, Colombia, Perù, Messico e Cuba. Questo e’ il sogno nel cassetto piu’ grande che ho in questo momento, e sinceramente, mi riempirebbe completamente il cuore di felicità poterlo realizzare.

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