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Facebook non è un social per giovani

Facebook non è un social per giovani

Per la prima volta nella sua storia, il social network più utilizzato al mondo, ovvero Facebook, ha registrato un calo degli utenti attivi, perdendo circa un milione di iscritti: il calo più importante è avvenuto tra gli utenti dai 12 ai 17 anni, scesi del 9,9%.

Questa diminuzione della fascia di utenti più giovani trova spiegazione in una motivazione piuttosto semplice, evidenziata per la prima volta già nel 2016 quando si notò un calo di condivisione delle informazioni personali del 21%: il fatto che tutto ciò che postiamo su Facebook diventa visibile a persone con le quali nella vita reale siamo collegati per ragioni molto diverse (parenti, colleghi di lavoro, conoscenti, ecc..) crea nelle persone una sorta di blocco che li porta ad essere più “riservati”.

Per esempio non si pubblicano foto dell’ultima festa dove si è un po’ alzato il gomito perché potrebbe essere vista dai parenti; oppure, si evita lo sfogo personale perché potrebbe essere letto dai colleghi.

In particolare, perché gli under 25 dovrebbero interagire in un luogo dove sono in contatto con genitori, parenti e magari insegnanti?
Ed ecco che gli adolescenti scappano e si rifugiano in un contesto dove si sentono più liberi di agire spontaneamente, perché popolato da coetanei e perché, anche percepito come più nuovo!

In Italia, il primo per numero di iscritti è Instagram, che ha raggiunto 14 milioni di utenti (800 milioni nel mondo) di cui il 59% tra i 18 e i 29 anni. Instagram ha inferto anche un duro colpo al social network dei giovanissimi per definizione, Snapchat, copiando, e introducendo con enorme successo, le Storie di Snapchat nella sua piattaforma.

A dare un volto nuovo al panorama dei giovanissimi è, però, Musical.ly: 200 milioni di utenti nel mondo con un’età media intorno ai 15 anni, di cui il 70% ragazze. Musical.ly consente di produrre video in playback,  della durata massima di 15 secondi, durante i quali gli utenti ballano o cantano sulle hit del momento, sfruttando anche vari filtri ed effetti. Impressionanti sono i circa i 12 milioni di video prodotti al giorno a livello globale, che generano muser (celebrità) da 20 milioni di follower come Lisa & Lena o Baby Ariel, che, secondo Forbes, arrivano ad incassare fino a 300mila dollari per uno spot sponsorizzato.

A generare introiti ancora più impressionante è, però, la app gemella di Musical.ly, ovvero la piattaforma in live streaming Live.ly che consente agli utenti di vivere un momento di celebrità inviando ai loro muser preferiti dai 5 ai 50 dollari in cambio della citazione del loro nome (acquistando apposite emoji). I primi 10 autori di Live.ly guadagnano in media 90mila dollari al mese.

Ma il mondo dei social è in constante fermento e già appare un nuovo fenomeno che forse oscurerà un po’ Musical.ly: Snow, una app clone di Snapchat che però si è aggiornata concentrandosi sui selfie, arricchiti da filtri, stickers e realtà aumentata, e su brevi video in playback da condividere con tutti gli altri social.

Un social che sta prendendo piede recentemente e che crea anche parecchia apprensione (come, del resto, fa anche Musical.ly per via delle attenzioni indesiderati che video di ragazzine possono attirare) è ThisCrush dove è possibile inviare a tutti gli iscritti sia messaggi pubblici, sia messaggi privati, sia messaggi anonimi. Nata per esprimere apprezzamenti o innamoramenti adolescenziali senza dover per forza farsi avanti, con il tempo però si è trasformata in un covo per insulti e cyberbullismo: la possibilità di agire nascosti dall’anonimato, purtroppo, apre sempre le porte a comportamenti pericolosi che non vanno mai sottovalutati. Ma, del resto, anche gli adulti devono ancora imparare a controllare certi comportanti, osservando quanto avviene quotidianamente su Facebooke o Twitter.

 

Fonte: www.wired.it

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