giovedì , Marzo 28 2024

Estinti

Estinti - Racconto di Massimiliano Giri

L’intreccio di grattacieli in lega d’esmio si snodava come un serpente di metallo sopra la vecchia Torino. Milioni di luci cangianti si accesero solerti al crepuscolo. Marlene osservò l’agglomerato dall’alto, appiccicata come una ventosa al vetro dell’appartamento. Opacizzò la finestra per gioco, alitando aria calda.
‒ Mamma, è vero quello che ci dice a scuola l’istruttrice civile?
‒ Che cosa dice, amore? ‒ replicò la madre senza voltarsi, intenta a lavorare.
‒ Che una volta sulla terra ci viveva un’altra razza intelligente?
La madre si voltò accigliata verso di lei poi, rimuovendo il Tetralem monoculare, rispose: ‒ È vero, amore, ma tanto tempo fa. Cosa ti ha detto di preciso l’istruttrice?
‒ Che l’altra razza si è estinta da più di mille anni. All’inizio in modo naturale, poi li abbiamo eliminati perché non erano più indispensabili.
Questa volta la madre ascoltò con il viso contratto in un’espressione turbata.
‒ I nostri antenati hanno preso una decisione giusta e l’hanno fatto per salvarci. L’altra razza era violenta. Grezza. Da quando si è estinta, non ci sono più state guerre.
‒ Guerre? Che cosa sono?
‒ Le guerre sono dei conflitti, degli scontri violenti fra gruppi di persone. In passato ce ne sono state tante.
Marlene ascoltò in silenzio, mentre all’esterno un vettore antigravitazionale ronzava nella morbida luce della sera.
‒ Ma come si chiamavano? Come erano fatti, mamma?
La madre si alzò dalla scrivania e la raggiunse alla finestra.
‒ Be’, nemmeno io ne ho mai visto uno. Ti posso dire, però, che quello che insegnano a scuola non è così corretto. Più che una razza diversa da noi, erano… un tipo diverso. Vedi, amore, un tempo nel mondo non c’eravamo solo noi, ma anche un altro genere, chiamato maschi. Se ne avessi avuto uno come genitore, lo avresti chiamato papà.

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