giovedì , Aprile 25 2024

Donne al volante:un pericolo costante?

E’ la strada e non la meta a rendere felici.

Secondo un vecchio luogo comune le donne alla guida rappresentano un pericolo, per la precisione costante.

Il detto risale al lontanissimo 1899, quando venne rilasciata per la prima volta negli Stati Uniti la patente ad una donna, Mary Kies , che poche ore dopo la conquista provocò un incidente. Se questa è l’origine del luogo comune, nella realtà si tratta di uno stereotipo, le donne sarebbero secondo le statistiche più affidabili degli uomini alla guida, meno coinvolte in incidenti stradali, circa il 77% contro l’84%, con maggiore propensione alla prudenza e ai comportamenti corretti, solo il 21% pigia troppo il piede sull’ acceleratore contro il 33% degli uomini.

Allora perché questo luogo comune diffuso? La verità è che come in tutte le attività che riguardano l’universo femminile le donne hanno un tipo d’impostazione multi task, in grado di fare più cose e in contemporanea. Allora ecco i casi di donne che nel rallentare in prossimità di una curva ne approfittano per perfezionare il trucco del mattino, applicare il mascara alle sopracciglia, o ancora non è raro vedere una mamma cercare d’infilare il ciuccio in bocca ad un disperato pargoletto, o cercare la stazione radio preferita mentre fa manovra per parcheggiare.

Una mamma trascorre grandissima parte della sua giornata in auto, scarrozzando i pargoli a  scuola, dagli amici, alle attività extra scolastiche, l’abitacolo della vettura comincia a diventare una sorta di luogo d’incontro dove parlare, confrontarsi o semplicemente correre verso la meta in compagnia.

Secondo una ricerca condotta in Inghilterra dalla società BoostApak, pubblicata dal Daily Mail il tempo trascorso in auto da una donna è di 6 ore e 43 minuti alla settimana, nettamente superiore a quello che vi trascorre un uomo. Grazie al pragmatismo che distingue il gentil sesso una mamma autista  approfitta di questa sua veste per parlare con i bambini, ascoltare musica e rilassarsi, in fondo non è la meta che rende felici ma il percorso … e una donna lo sa!

Chiara Macina      

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