giovedì , Aprile 18 2024

Broom, zoom-zoomma!

Colui che navigando attraverso il tempo costrui’ l’idea del compleanno, medito’ forse,unitamente alla cosa, le possibili sue interpretabili diramazioni.

Festeggiare che qualcosa e qualcuno ce lo stessimo inguaribilmente (e/o miracolosamente) lasciando indietro, festeggiare per esserci ancora-pronti a brindare motteggiando al futuro e a chi avrebbe goduto del placet di trascorrerlo assieme a noi.

Negli anni dell’infanzia lo si vorrebbe ogni giorno,un party di compleanno-come per accelerare il momento di diventare(da ignari del come)grandi subito ricevendo tutto quel che ci fa piacere congiuntamente allo spugnoso gateau di panna dai riccioli pastosi di meringa.

Con la media dei tre quarti di loro, gli adulti che si ostinano a inneggiare alla fine di un altro annoso viaggio evitano di confessare apertamente a quale quota numerica siano giunti:brindano in amicizia,e basta.

Molti altri evitano proprio,dedicando la fatalmente lieta data a qualcosa di intimo che non vada a scoperchiare troppo pubblicamente l’avvicinarci incalzante della maturita’.

Ho conosciuto qualche collega che continua a far scrivere di se’, sui rotocalchi cartacei (quelli rimasti in vita) la stessa eta’ dichiarata una doppia manciata di lustri fa.

Sarebbe molto piu’ comodo conoscere le cose prima di averne metabolizzata la pratica esperienza:nasceremmo tutti quanti bambini consapevoli,no-perditempo e autentici kamikaze.

Eppure,a quasi quattro decadi ‘soltanto’ possiamo riconoscere ,nell’errore,tutta quella essenziale ragion d’essere dovuta alla portata della sua disgraziata umanita’.

E’ sempre piu’ facile rimanere in stazione senza salire in carrozza.

I giudizi saettano al balzo quanto Carl Lewis,due domande sono gia’ troppo e automaticamente siamo tradotti come rompiscatole professionisti:bravi,ma splendide spine al fianco.

Un legame si perde,una occasione ricade su qualcun altro,i nostri respiri e le sgomitate non sono affannosi al punto giusto e questo non e’ stimato bene quanto un pregio.

Tempus fugit:noli lacrimare.

Checche’ si remi contro,dodici o trenta anni non saranno per sempre.

Beninteso, sempre con e dentro di noi,ma incartati su una scatola ben differente in stanze che non potranno mai piu’ essere le stesse.

Per la scoppiettante(talvolta nel vero senso del termine) serie televisiva di ”Pippi Longstockings” il team di produzione sceneggio’ un episodio storico:i fratellini Tommi e Annika,fidi amici umani della intraprendente Calzelunghe,espressero un certo qual diniego nel dover ‘diventare grandi’.

Nell’ arsenale di Villa Villacolle,Pippi custodiva le prodigiose pillole Cune Gunde,da assumersi prima di camminare con tutte le scarpe sui divani e il mobilio piu’ alto possibile, recitando la formula:-”non farmi diventare grUnde”-.

Gli sceneggiatori e Astrid Lindgren fecero centro sull’atavico dilemma:la natura umana spinge a desiderare ardentemente quel che non si ha,fino a quando,nell’attimo del suo conseguimento,il traguardo non si dimostra poi al tal livello ambito di sfiziosita’.

La regia dei nostri giorni e’ comunque sempre affidata a noi,anche se noi non possiamo piu’ essere quel che eravamo ieri.

Tre anni fa conobbi qualche nuovo amico dello Staff di Zoomma,quali allievi di uno spazio performativo che dirigevo assieme a due colleghi.

Mi e’ sempre successo di non riuscire a fermare l’immaginazione, pur essendo un partecipe ascoltatore.

Sin da bambino, nell’eta’ criticabile,pensavo a storie e personaggi,a disegnarli,raccontarli e interpretarli.

La voce arrivo’ a Chiara che e’ un’ amica che legge NEI miei scritti,prima ancora di essere qualcuno con cui scambiare un caffe’ e salutarsi per il prossimo che verra’.

Propongo a Zoomma dunque-e a voi-un ennesimo piccolo saggio,stavolta per augurare a questo gruppo amico un proficuo futuro.

Happy birthday,Zoomma!

Many happy returns,

Llewis Busignani

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