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Ermanno Scervino e la ricerca continua del vero Made in Italy.

Ermanno Scervino, Milano, 27 febbraio 2016 – “C’è chi fa le stesse cose, gli stessi trench, da cinquant’anni! A loro interessa vendere subito il giorno dopo la collezione tanto non cambiano mai nulla del loro stile. Noi che invece facciamo vero made in Italy, vera ricerca, vera moda abbiamo bisogno di tempo per la creatività, la realizzazione delle idee, la produzione”.

La casa di moda italiana Ermanno Scervino, fondata dallo stilista Ermanno Daelli e dall’imprenditore Toni Scervino nasce sul finire degli anni ’90, a seguito di un lungo percorso di collaborazioni con prestigiose Maison di moda e di Haute Couture.

La mente creativa è quella di Ermanno Daelli, che dopo studi di architettura ed un passaggio parigino, si ritrova ad entrare nella Factory di Andy Warhol durante il suo soggiorno newyorkese.

Quella che conosce è la New York dello Studio 54, delle notti glamour, della sperimentazione creativa e degli eccessi. Una città straordinaria, entusiasta, piena di energia. Un’esperienza che lascerà il segno anche negli anni a venire tanto da fare nascere la sua visione rock-couture della moda, espressa al meglio dalla Londra dei nostri giorni, che fa eco all’energia newyorkese degli anni ’80.

Ed è da qui che nasce la donna icona della Maison Scervino, una donna forte, impegnata, attenta e piena di energia, una moderna principessa urbana.

Quando si parla di alta moda in passerella o in un red carpet , si pensa subito a qualcosa di grandioso, di fantastico.

D’altronde lo dice il termine. In questo noi Italiani siamo proprio bravi.

Qui siamo all’interno di un’artigianalità tutta toscana.

L’introduzione in alto, ci fa pensare a quell’alta moda, preziosa che strizza l’occhio al business ma non ne è schiava.

Non lo è quantomeno delle tempistiche, delle regole, di tutta quell’architettura che fa capo a flash, fast fashion, pronto e produzioni ultra veloci che hanno un unico obiettivo: vendere.

D’altronde è facilmente intuibile anche per chi non è dentro il settore che un abito di grande ricerca sartoriale non può essere realizzato velocemente e che necessità di tantissime attenzioni che giustificheranno anche il costo che avrà per il pubblico.

Scervino lo trovo un brand ricercato e molto interessante.

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Adoro la mescolanza dei materiali che la maison usa.

La rafia, materiale apparentemente povero, accostato a materiali pregiati come la seta, la lana, il velluto o la ciniglia.

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Strati e strati di organza, strascichi, trasparenze, tessuti delicati ed eleganti.

L’accostamento di capi apparentemente “nudi” come abitini o sottovesti in seta a capotti opulenti, pieni e più pesanti.

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Il sodalizio professionale vero e proprio tra le due anime di questa maison, ha inizio però solo nel 1998 quando Ermanno si lascia alle spalle non solo un brand che porta il suo nome, ma anche il proprio cognome d’origine,diventando a tutti gli effetti Ermanno Scervino. Il Made in Italy che diventa sempre più Made in Florence quando nel 2007 decide di dare vita ad un polo di atelier raccolti in un unico spazio sulle colline vicino Firenze, a Bagno di Ripoli, dove si concentrano sia la parte creativa che quella logistica dell’azienda. Una scelta controtendenza in un momento in cui tutti tendono a delocalizzare. Eppure una scelta che si rivela vincente.

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In occasione dei 120 anni del GUM, centro commerciale di lusso che sorge nel cuore di Mosca, di fronte al Cremlino, la maison ha presentato lo scorso Novembre una capsule collection appositamente studiata. Un cappotto in visone color ceruleo, un abito in organza illuminato da cristalli applicati rigorosamente a mano ed un’edizione speciale assolutamente limited edition della borsa iconica del brand, la Faubourg, in pregiata nappa ricamata anche questa da cristalli. Il legame che lega lo stilista alla Russia dura da oltre 10 anni: un paese in cui la maison riscontra ogni anno sempre maggior successo.

Non è un mistero che i Russi apprezzino il Made in Italy e anche che i canali tra il made in Italy e il mercato Russo siano molto proficui e interessanti.

In una realtà dove conta sempre di più l’aspetto economico più che la parte creativa, maison come questa a mio avviso portano alta la bandiera di quello che per tutto il mondo è il Made in Italy.

Quel Made in Italy fatto di ricerca, capacità manuali, materiali e manifattura invidiabili.

A mio avviso l’aspetto qualitativo e la ricerca sono ingredienti indispensabili per crescere e creare sempre qualcosa di nuovo e inimitabile.

Giulia Castellani

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