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Educazione di base con il cane: cosa significa

19Per educazione si intendono le modalità attraverso la quale il cane apprende le regole di comportamento necessarie per convivere con gli esseri umani, un buon inserimento in società e un perfetto adattamento alle varie situazioni di vita, con il risultato di mettere il cane in condizione di fare fronte, nel modo migliore, a tutte le situazioni che la società umana, per lui non naturale, contempla.

Se educhiamo il nostro cane, potremo permetterci di vivere la nostra relazione in maniere più serena e rilassata, ma soprattutto potremo godere della convivenza con lui in ogni situazione della nostra giornata: non dovrà essere più lasciato solo quando ci si incontra con gli amici, perché il cane saprà stare tranquillo in nostra compagnia, potrà interagire con altri cani senza che la cosa determini problemi, perché sapremo controllarlo, avendogli insegnato ad ubbidire con entusiasmo e felicità.

Inoltre, sfruttando il legame che saremo in grado di costruire e rafforzare, si potranno intraprendere insieme discipline sportive cinofile che, oltre a divertire ed entusiasmare noi, sono fonte di soddisfazione, gratificazione e stabilità psico-fisica anche per il cane.

Ma come si imposta una buona educazione del cane? Innanzi tutto dobbiamo porci un paio di domande: sappiamo davvero cosa significa “avere un cane”? Siamo in grato, ma soprattutto siamo disposti a “metterci nei suoi panni” e vedere il mondo come lo vede il nostro fedele amico?

Questa introduzione è fondamentale, perché l’obiettivo di un corso di educazione di base è quello di insegnare ai proprietari a gestire il comportamento del loro cane: il proprietario impara il modo migliore per comunicazione, intendersi e cooperare con l’amico a quattro zampe, evitando che insorgano comportamenti indesiderati.

Innanzi tutto, dobbiamo tener presente che il buon rapporto con il proprio cane si basa su un tipo di relazione affettiva sana ed equilibrata, e risulta ideale quando si tiene conto delle caratteristiche di razza, delle sue predisposizioni caratteriali e della sua età. Possiamo essere molto “sdolcinati” con un cucciolo di 2/3 mesi, ma dobbiamo avere un comportamento più “maturo” (ovvero comunicare al cane saggezza, fiducia, guida) quando il cane diventa adulto. Il Proprietario, che il cane vede come “capobranco” è colui che indica la via al proprio fedele amico ed è apportatore di proposte ed iniziative piacevoli, ma è anche il detentore del “potere di decisione” e ciò deve avvenire con naturalezza e fluidità.

Detto ciò teniamo a mente le seguenti regole base che si dovranno applicare nel rapporto con i nostri “collaboratori” a quattro zampe:

  • La comunicazione con i cani è affidata quasi totalmente al non verbale: i cani sono eccellenti decodificatori del nostro non verbale, molto più acuti di noi. La loro capacità di leggere anche i minimi segnali che inviamo, unita ad un senso dell’olfatto sviluppatissimo che li porta a rilevare tutti i segnali chimici connessi ai nostri stati d’animo, li rende eccellenti interpreti della nostra specie.
  • Stabilire il rapporto gerarchico. Il messaggio fondamentale per un canide sociale predatore è dato dalla struttura gerarchica del gruppo nel quale è inserito. In questo tipo di società è fondamentale per ogni individuo conoscere quale è l’organizzazione operativa dei membri, a chi si deve fare affidamento in caso di emergenza, quale è il posto che ogni singolo occupa, quali sono i suoi “diritti e doveri”.
  • Per il cane è geneticamente fondamentale leggere la relazione gerarchica del suo branco-famiglia e, ove non riconosce un leader che chiaramente agisce come tale, in mancanza d’altro si arroga il difficile compito da assumere ruolo.
  • Tutti i componenti del nucleo familiare dove vive il cane devono concorrere alla sua educazione.
  • Il rispetto del cane va raggiunto attraverso la nostra dimostrazione, nella sua lingua, di autorevolezza; l’autoritarismo, invece, soprattutto se condito dalla violenza, porta solo ad avere un animale che non ci capisce e che basa la sua relazione con noi sulla paura e non sul rispetto.
  • Imparare e insegnare con il gioco; quello che per noi è “gioco” per il cane è interazione e collaborazione nei nostri confronti.
  • I principi della ricompensa e della punizione sono alla base dell’educazione del cane. Sia la ricompensa che la punizione (attenzione: mai intesa come violenza) hanno un senso se impartite nell’immediatezza dell’azione del cane, altrimenti quest’ultimo non assocerà quello che ha fatto a quello che ha ricevuto.
  • Rispettiamo la sua natura e non antropomorfizziamolo. Ricordiamo sempre che è un CANE… Rispettiamolo come tale.

Per concludere:

L’educazione è la scuola elementare, l’addestramento di base è la scuola media, l’addestramento avanzato è il liceo, l’addestramento agonistico è l’università.

Se non hai fatto elementari e medie, non ti puoi iscrivere al liceo.

Elementari e medie sono obbligatorie per tutti i cani esattamente come lo sono per gli umani: liceo ed università no.

Stefano Centolani – Centro Cinofilo IO MI FIDO DI TE – Coriano (RN)

Stefano Centolani, Addestratore ENCI, da sempre coltiva la passione per l’universo cane. Istruttore e formatore cinofilo EPS CONI, dal 2008 ad oggi istruttore cinofilo presso il CENTRO CINOFILO IO MI FIDO DI TE a Coriano (RN).
Da circa sette anni opera a tempo pieno con cani di tutte le razze e dimensioni oltre a essere istruttore di obedience e rally-obedience. Inoltre pratica l’attività di agility dog, sheep dog e rally obedience con i miei cani.
Certificazione di addestratore formart per l’Emilia Romagna.

 

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