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Welsh Corgi, il destriero dei folletti

Welsh Corgi, il destriero dei folletti

Quando vado a spasso con i miei pelosi nani, mi capita spessissimo di essere fermata da curiosi di ogni tipo: qualcuno li riconosce come dei (Welsh) Corgi, qualcuno di più come i Cani della Regina, la maggior parte per chiedermi che razza e/o che incrocio sono.

In effetti, purtroppo e per fortuna, il Welsh Corgi Pembroke non è ancora molto diffuso in Italia, e il suo cugino Cardigan ancora meno. Ma, chi come me, ha la fortuna di condividere la propria vita con questi cani, sa quanto possono diventare divertenti le giornate: vivaci, socievoli, curiosi, intelligenti e simpaticissimi, sono dei cani da pastore di piccola taglia per via delle zampe corte, ma con l’indole e la capacità lavorativa di un cane di taglia grande. Dei veri lavoratori che hanno bisogno di sfogare la loro inesauribile vitalità: ancora oggi vengono spesso usati per la conduzione di greggi e armenti al pascolo.

Le origini della razza sono ancora oggi piuttosto controverse. C’è chi sostiene che discendano da antichi cani svedesi giunti fino al Galles per mare al seguito dei navigatori nordici. Chi invece caldeggia l’origine autoctona, gallese appunto, grazie a testimonianze storiche che ne documentano la presenza fin dal X secolo. Il riconoscimento ufficiale della razza da parte del Kennel Club Inglese avviene nel 1925, anno in cui viene esposto il primo esemplare.

Welsh Corgi Cardigan

 

Il Welsh Corgi Pembroke sale agli onori della cronaca quando, nel 1933, l’allora principessa Elisabetta, figlia di re Giorgio VI, ricevette in regalo un cucciolo da parte del padre. Da allora c’è sempre stato almeno un Corgi scorazzante per Buckingham Palace, e la Regina Elisabetta è (quasi) sempre accompagnata dai suoi fedeli compagni anche nelle visite ufficiali.

Welsh Corgi Pembroke

 

Basso, forte e di costituzione robusta, con il pelo di colore fulvo, rosso o nero focato, il Welsh Corgi Pembroke, fino al 2011 era generalmente distinto dal cugino Welsh Corgi Cardigan per via della coda: corta, che poteva essere naturale o tagliata nel primo (e che per lungo tempo fu la sua principale caratteristica identificativa); lunga da volpe e inserita nel prolungamento della linea dorsale nel secondo. In realtà, agli occhi dei più esperti, le differenze fra le due razze risultano subito evidenti, nonostante oggi il taglio della coda sia vietato e i natural bobtail costituiscano una minoranza: il Cardigan ha orecchie leggermente più grandi e arrotondati e il mantello può avere tutti i colori senza però che il bianco domini sugli altri.

Quali che siano le sue origini storiche, esiste una leggenda che narra dell’origine dei Corgi e di come persero la coda.

“Tanto tanto tempo fa, quando la Terra era ancora giovane e i folletti durante la notte annodavano le code delle pecore e stropicciavano le criniere dei cavalli, il Corgi era l’animale preferito dalla Regina dei folletti per andare a cavallo durante la notte. I Pembrokes e i Cardigans avevano delle bellissime, lunghe e folte code con le quali scodinzolavano piacevolmente durante le loro scorribande notturne.
Ma una notte, dopo una lunga giornata di lavoro a pascolare e accudire il bestiame, un Corgi Pembroke decise che ne aveva abbastanza e preferì andare a dormire invece che essere decorato con fiori dai folletti e portare a cavallo la Regina. La Regina arrivò e lui si tiro’ ancora più sotto le coperte e non volle saperne di aprire gli occhi. I folletti lo scrollarono, lo spinsero e lo tirarono fino a quando non si alzò con un sospiro. “Non voglio uscire sta notte” si lamentò, “sono stanco e di pessimo umore e voglio dormire. Trovate un altro animale per la vostra uscita notturna”; detto ciò si sedette con sguardo fisso e si rifiutò di muoversi. I folletti gli parlarono, lo pregarono, gli ordinarono, lo minacciarono, provarono a corromperlo, urlarono; tutto senza ottenere niente. Il Corgi aveva preso la sua decisione e niente gli avrebbe fatto cambiare idea. La Regina furiosa picchiò i piedini per terra e pronunciò una terribile maledizione: “Inchioderò con una formula magica la tua coda al pavimento in modo da imprigionarti. Sarai liberato non appena accetterai di diventare mio schiavo e servirmi per le mie cavalcate notturne ogni qualvolta io lo desideri.”
Questo non piacque per niente al Corgi. Fece un solenne giuramento che non si sarebbe mai fatto corrompere e cominciò a tirare e tirare. Purtroppo però la sua coda rimase inchiodata al pavimento. Tirò ancora e ancora fino a quando finalmente si liberò… ma la coda era ancora inchiodata. Aveva semplicemente strappato la coda dal proprio corpo! Ed e’ da allora che il Corgi Pembroke non ebbe più la coda; in ricordo del cagnolino che si ribellò alla Regina dei folletti. E come ogni altro buon Gallese è ancora fiero e orgoglioso, pieno di buona volontà e non tollera minacce e maledizioni.” cit. www.welshcorgi.it

Welsh Corgi Pembroke senza coda

 

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