venerdì , Maggio 30 2025

Un anno con Sara

“Un anno con Sara”

Un anno senza un figlio strappato via dolorosamente alla vita in una giornata che sembrava essere cominciata come tutte le altre è un anno di vuoti enormi ma anche di forte presenza, di una successione cronologica incessante che mette un genitore vis a vis con tante prime volte: il primo Natale, il primo compleanno, il primo giorno di primavera “senza di te”, ma anche di segni luminosi cercati e ricevuti, il volo leggero di una farfalla che si posa su una spalla, venuta chissà da dove, un’alba o un tramonto così bello e struggente da regalare un’emozione profonda disegnando un ponte invisibile tra noi e quella persona amatissima che fisicamente non c’è più ma che continuiamo a sentire forte e così sarà ogni giorno.

Quando sono diventata mamma ho letto una frase che mi ha sempre illuminato e attraversato “Una mamma prima diventa doppia poi si divide mai più torna intera”, il suo cuore è indissolubilmente legato al battito di quello della creatura che lei stessa ha generato.

Il cuore di Sara continua battere in quello dei suoi genitori di chi l’ha amata e ancora la ama.

Sara è volata in cielo un anno fa, nella mia mente e nella mia anima è vivo il ricordo di quello strappo così forte e lacerante, ne avverto il dolore intenso, l’assurdità del modo e anche il mio smarrimento nel cercare di consolare mia figlia per la prima volta davanti a una perdita grandissima e sostenere la mamma di Sara, la donna che tanto mi ha insegnato in questo ultimo anno.

Una persona che non fugge ma sta nel dolore, con profonda dignità ,con coraggio, onorando il ricordo di sua figlia, sempre in chiave propositiva, così come il suo papà, il mio cuore lo tratteggia sempre nello stesso momento, il giorno del funerale davanti agli amici attoniti dei suoi figli che lo andavano ad abbracciare, lui chiedeva loro “come state?”, nel suo momento più buio era lui a preoccuparsi degli altri. Immenso.

 Ho cercato di stare loro vicino nel solo modo che io conosco e sento: scrivendo, raccontando chi era questa ragazza meravigliosa, cercandola negli occhi dolcissimi di sua mamma che mi ha fatto il dono in questi mesi di aprirmi il suo cuore, di permettermi di avvicinarmi al suo dolore, non lo posso lenire non posso fare nulla per lei, ma posso esserci, raccogliere il suo pianto e anche provare a strapparle un sorriso qualche volta.

Si è piccoli e smarriti di fronte al dolore non si sa come approcciarsi a un genitore che ha subito la perdita più grande, dal principio mi sono quasi sentita indegna “cosa le posso dire? Come posso parlarle dei miei piccolissimi, di fronte al suo macigno, problemi quotidiani?.

Provavo un senso di inadeguatezza e quasi vergogna.

Mi sono sentita piccola e inadeguata.

Il coraggio me lo ha dato la sua fiducia nei miei confronti, quella voce distrutta eppure ferma che mi ha domandato all’indomani della perdita: “Ti va di scrivere qualcosa in memoria della mia piccola?”.

Il mio cuore ha dettato la mano ha scritto.

I mesi sono trascorsi, il nostro legame è diventato sempre più forte.

Ho scelto di stare al suo fianco nell’unico modo in cui mi sentivo di farlo: con autenticità, la stessa con cui tanto tempo fa le ho dato la mia amicizia.

L’ho ascoltata, le ho anche raccontato di me, sentendo che lei aveva proprio bisogno di questo, della condivisione del dolore ma anche della narrazione della mia giornata, dei miei problemi, sogni e affanni, di tutti quei ricordi bellissimi che ci hanno visto partecipi e insieme con le nostre bambine, una grande girandola luminosa di aneddoti, il primo giorno di asilo, le prime avventure al parco, le merende, il mare.

Quei momenti che mi fanno pensare ancora oggi che quando siamo davvero felici non ce ne accorgiamo sempre, non in tutta la sua pienezza.

Le fotografie mi riportano a tanti momenti vissuti insieme: due mamme con due bambine un po’ sdentate e con i codini che ridono, le nostre figlie adolescenti stese sul letto nelle loro interminabili chiacchierate, il giorno della maturità e tanto altro ancora.

Sara è rimasta dentro di me , l’ho sentita fortissimo il giorno in cui la sua Università le ha conferito la Laurea alla memoria, mi sembrava di sentire uscire da quella fotografia bellissima dalla quale ci guardava posizionata sul tavolo dove si sono alternati i suoi Professori e i suoi amici, l’eco della sua risata, a volte mi sembra di vedere nella dolcezza dei lineamenti di qualche studente in gita che accompagno in visita in centro storico la sua grazia la sua dolcezza, quel modo tenero eppure volitivo e deciso con cui affrontava la vita.

Con la mamma di Sara parliamo sempre di lei al presente, come di pura energia che ci attraversa e sostiene ancora, ogni volta che vedo una farfalla gentile e delicata penso a lei, poi il mio pensiero vola ai suoi genitori e a suo fratello, tutto il mio amore è per loro e con loro.

La sua scomparsa improvvisa ha rafforzato in me una convinzione che ho sempre avuto: il filo che ci lega alla vita è sottilissimo, molto prezioso, la ricerca della bellezza e della felicità deve diventare un costante esercizio quotidiano, sono più i giorni trascorsi a preoccuparsi per piccolezze di quelli goduti a pieno, intensamente, con gratitudine per tutto il bello che c’è.

 

Chiara Macina

 

 

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