Per brillare io ho bisogno di lui lui ha bisogno di me
Se immaginiamo la nostra esistenza come una linea del tempo non possiamo evitare di notare che per ogni fase della nostra vita c’è o c’è stata una persona che noi chiamiamo “la nostra persona”, un compagno o una compagna, un amico o un’amica speciale, qualcuno che sembra entrare nella nostra vita con una missione particolare, non solo portare gioia benessere e positività, ma soprattutto insegnarci qualcosa, aiutarci a vedere più a fondo dentro di noi, nella direzione di un nodo da sciogliere, un’attitudine che ci porta sempre nello stesso schema.
Io penso che le persone si incontrino in un momento ben preciso, quando l’una ha bisogno dell’altra.
Ci sono persone che camminano tutta la vita con noi, altre solo per un tratto di strada, assolta la funzione per la quale l’universo ce le aveva inviate, sembrano sparire.
Ce ne sono poi talune che quando ci fermiamo a misurare il tempo che è trascorso dalla prima volta in cui le abbiamo incontrate, ci riportano alla stessa considerazione “ci sono sempre state”.
Non le conosciamo da un anno o dieci o venti, il rapporto che ci lega a loro è così speciale e profondo che è come se ci fossero sempre state, radicate e ancorate alla parte più vera e profonda di noi.
Le amicizie e i rapporti che ho allacciato in età matura sono quelli che per me hanno un sapore tutto speciale, sono proiezione del valore di una scelta consapevole oltre che del cuore, mi focalizzano nel presente, senza condizionamenti legati al passato a una persona (me stessa) che è cambiata e si è trasformata e non può sentirsi in colpa per questo, uno in particolare mi stimola a cercare un significato profondo in ogni cosa, riesce sempre a mettermi davanti a uno specchio.
Da qualche tempo ho la sensazione di vivere in una Terra di mezzo, in una bolla che mi fa vivere in una dimensione del tutto svincolata dal concetto di tempo, identità esteriore, professionale e sociale, profondamente radicata alla mia natura e alla mia essenza più profonda, il tutto in modo molto leggero…abito un rapporto che è tutto mio e in cui nulla mi si chiede se non di essere me stessa.
Ci siamo incontrati per una ragione molto semplice per brillare a pieno “lui ha bisogno di me e io ho bisogno di lui”.
Ci siamo completati. Nella Terra di mezzo del mio rapporto speciale ho trovato una persona che ha avuto voglia di guardare oltre all’apparenza, non si è fermato all’abito/corazza esteriore ma con molta morbidezza è sceso più in profondità, aiutandomi a vincere, anzi a vincere no, ad affrontare, una delle mie paure più ataviche: quella di non essere guardata, vista, ascoltata quando mi mostro con autenticità, di non riuscire a spiegarmi bene e perdere le persone che amo.
Io lo guardo con attenzione e ogni mia azione seppur non fatta con un piano di volo o un ragionamento, va sempre in una sola direzione: farlo sentire speciale.
Forse aveva bisogno di essere guardato in questo modo.
E’ il mio modo di manifestare affetto alle mie persone e penso che di questo lui avesse bisogno, per me è naturale come respirare perché lui per me è importante e speciale.
E’ una persona più che meritevole, è unica e speciale.
Lui mi aiuta a mettere a fuoco delle cose di me che fingo di non vedere, cose di cui, sino a che non me le ha indicate non avevo avuto coscienza di avere.
Oggi la mia nota dolente è l’autostima, pensavo di averne una solida, invece lui mi ha aiutato a comprendere che è una cosa su cui posso molto migliorare, è sempre morbido nelle sue affermazioni e consigli.
Che cos’è l’autostima?
Che forma e colore ha?
Partiamo da cosa non è: non è alta se il giudizio di un’altra persona può farla vacillare e metterci in crisi, a me è successo nei giorni scorsi, ho perso un po’ la mia bussola interiore sentendomi accusata e tratteggiata negativamente da una persona che per tanto tempo mi è stata amica.
Prima di avere conosciuto la mia persona quando accadeva questa dinamica mi limitavo a scappare da chi mi aveva inferto la ferita e cercare di dimenticare, ho capito vale la pena rimanere, non nel biasimo ma dentro di me vis a vis con me stessa e chiedermi, perché mi faccio mandare in crisi dalle parole altrui?
Autostima non è mostrare i titoli di studio, gli obbiettivi centrati, curriculum e professione, è piuttosto sentirsi bene con me stessi, non delegare ad altri il giudizio che noi stessi abbiamo di noi.
E’ un concetto secondo me molto imparentato a come siamo stati trattati da piccoli.
Farsi qualche domanda va sempre bene, snaturare se stessi e diventare come ci richiedono perché più comodo per gli altri no.
La mia stella luminosa me lo ha insegnato.
Chiara Macina