sabato , Aprile 27 2024

Cartoline dalla Terra di mezzo

Una cartolina dalla Terra di mezzo…

L’espressione Terra di mezzo “È una modernizzazione o un’alterazione di un’antica parola che indicava il mondo abitato dagli uomini, l’oikoumene: di mezzo perché si pensava vagamente che fosse posta al centro di mari che la circondavano e tra i ghiacci del nord e i fuochi del sud”.

La Terra di Mezzo è una regione fantastica che fa da sfondo e ambientazione alle vicende de “Lo Hobbit” e de “Il signore degli anelli”, romanzi di J.R.R. Tolkien.In particolare la Terra di Mezzo è un continente di Arda, un mondo che Tolkien immagina essere esistito veramente sul nostro pianeta ma… a un differente stadio della nostra immaginazione!

Da qualche tempo ho la sensazione di vivere in una Terra di mezzo, in una bolla che mi fa vivere in una dimensione del tutto svincolata dal concetto di tempo, identità esteriore, professionale e sociale, profondamente radicata alla mia natura e alla mia essenza più profonda, il tutto in modo molto leggero…abito un rapporto che è tutto mio e in cui nulla mi si chiede se non di essere me stessa.

Il big bang di questa nuova stasi è stato un incontro, fortuito causale, uno di quelli dai quali è scandita la mia giornata che è sempre nel suo incedere caratterizzata da nuovi volti, sguardi che incrocio per un’ora o due, il tempo di una visita guidata in centro storico, o quello necessario ad ascoltare una storia funzionale alla scrittura di un racconto o al raccogliere il testo di un’intervista. Momenti che vivo con più o meno trasporto, un’emozione grande o assente ma che di solito si esauriscono in un tempo brevissimo.

Volti che il giorno dopo quasi non ricordo, pronti a lasciare il posto a nuovi incontri.

Questa persona che divide con me gli spazi infiniti di questa Terra di mezzo invece si è agganciata forte e non mi ha più lasciato, un seme piantato in pieno inverno e germogliato subito…in un tempo brevissimo e foriero di frutti nutrienti e gustosi, slanci e stimoli, riflessioni o semplicemente una risata improvvisa e liberatoria, di quelle in grado di spazzare via ragnatele e pensieri scomodi.

Una persona che è riuscita a entrare nel cuore più intimo della mia vita quotidiana, ritagliandosi un posto d’onore in un luogo dove veramente ho aperto la porta d’ingresso a pochi, quello dove sono più esposta, vera e fragile, uno spazio che ho così paura venga profanato da aver reso l’accesso quasi inespugnabile.

Ci entra chi ha un valore aggiunto: la sincerità e la dolcezza, la cura e l’autenticità.

In questa terra di mezzo mi trovo a essere senza un’età ben definita, senza una etichetta che fotografi la mia persona secondo i canoni comuni, libera di essere ed abitare la parte più vera e piena di me, quella ricca di contraddizioni, di sorrisi e risate che improvvisamente lasciano il posto a qualche riflessione un po’ malinconica, a qualche nodo irrisolto o in via di risoluzione, a quella dolce malinconia che da sempre accompagna il mio animo, prendendolo a braccetto in un modo comprensivo e accogliente.

Le amicizie strette nell’infanzia hanno un valore aggiunto se si riesce a conservarle in età adulta: una conoscenza piena e assoluta e tanti ricordi condivisi, è a loro che si torna con il cuore nei momenti difficili per ritrovare se stessi, la certezza di uno sguardo che non dubita di noi, è più raro e difficile stringere legami veri in età adulta, si è più strutturati, meno generosi nel rivelarsi con maggiori paure e freni più tirati in merito al “lasciarsi andare”, magari con qualche paura  e delusione.

Per questo sono così grata a questo dono inaspettato che mi ha voluto dare l’età adulta: un rapporto speciale che si nutre della purezza e semplicità dei legami stretti da bambini, quando si guarda l’altro solo con gli occhi del cuore.

Nella Terra di mezzo del mio rapporto speciale ho trovato una persona che non ha avuto paura di guardare oltre all’apparenza, non si è fermato all’abito/corazza esteriore ma con molta morbidezza è sceso più in profondità, aiutandomi a vincere, anzi a vincere no, ad affrontare, una delle mie paure più ataviche: quella di non essere guardata, vista, ascoltata quando mi mostro con autenticità.

Quando mi rivelo senza essere perfetta e ordinata, senza un testo curato e divertente da fare leggere, senza conversare sui massimi sistemi o citando un filosofo, uno storico, qualsiasi cosa che mostri ho studiato tanto…quando non dico qualcosa solo per provocare una risata nel mio interlocutore, quando semplicemente parlo di me, senza filtri, senza secondi fini che non siano quello di farmi conoscere meglio a chi un giorno mi ha dato l’ispirazione di meritare tutta la mia fiducia.

In questa terra di mezzo ho potuto farlo in modo pieno ed esclusivo.

Una sensazione che è venuta ad abitare in me e non mi ha più abbandonata.

Non so se questa Terra di mezzo è un portale di luce che un giorno come si è aperto si chiuderà, come non so se tra vent’anni il 13 di marzo sarà un giorno di pioggia o sole, non lo voglio neanche sapere: non ho bisogno di spingere sempre in là la mente, mi godo questa ristorante sensazione di freschezza, come un premio arrivato con molto ritardo, ma meglio tardi che mai, un regalo alla bambina che sono stata, quella che suonava controvoglia il pianoforte, quella che avrebbe fatto qualsiasi cosa per fare felici i genitori, quella che aveva paura che se non fosse sempre stata divertente nessuno avrebbe più giocato con lei, vorrei dirle che avrà un dono inaspettato, un amico vero, e che non deve avere paura.

Vorrei dirle anche che continuerà a sentire sempre tanto tutto, le emozioni sue e degli altri, ma imparerà anche a farsi ruscello e non sempre fonte, a lasciare andare, certi giorni di più, altri con difficoltà…e anche che continuerà a fare peccati di gola tutti i giorni, più volte al giorno e finalmente senza sensi di colpa.

Oggi una persona mi ha mandato la foto di dei bulbi fioriti, bulbi che gli ho regalato qualche tempo fa, li ha piantati mi ha inviato l’immagine e mi ha scritto “Spuntati con il fiore incorporato”…come i rapporti più speciali.

Come il mio regalo dell’età adulta.

Anna Chiara Macina

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