sabato , Settembre 6 2025

Caro babbo…

 

Caro babbo

Sono trascorsi 15 anni dal 9 settembre 2010, il giorno in cui ci siamo salutati.

15 anni in cui non c’è stato un solo giorno in cui abbia sentito il nostro come un addio, sei in un altrove, sei persona lontana fisicamente in un posto dove non ci possiamo vedere e sentire ma sempre vicina in presenza.

A volte leggo una tua poesia sull’aldilà, ha un tono un po’ sarcastico, rido forte, chissà se hai avuto paura al momento di lasciarci? Io stringevo la tua mano.

Mi sei sembrato sereno e consapevole.

Di te ho sempre pensato che tu sapessi prendere le cose con filosofia, ridimensionando persone e situazioni avverse con una grandissima ironia.

Ti ritrovo nel bello, nella tua casa in cui io continuo a vivere, quella dove tanto mi ricorda di te ma tutto senza tristezza, in piena luce, sei nei miei sabati in libreria, nelle domande che continuo a pormi e a porre, perché tu hai sempre stimolato in me una sana curiosità per ciò che non conosco e mi hai sempre incoraggiato a trovare un senso più profondo di quello apparente negli eventi, sei nei piccoli e grandi piaceri che tu mi hai ispirato a coltivare e ad accarezzare, in quel sano attaccamento all’esistenza che mai mi viene meno, nella forma strana delle nuvole, nel gusto di gelato al cioccolato, nella bellezza di un tramonto, nel chiassoso giovedì di mercato in Borgo, sei soprattutto nella scrittura, sei nei saggi e nelle poesie che ci hai lasciato, sei nella mia fantasia in cerca di ispirazione, sei nell’incavo della nuca di mio figlio identico al tuo, nei miei momenti di scoraggiamento in cui guardo la tua foto e ti chiedo forza, mi arriva sempre, non mi fermo mai, perché tu mi hai insegnato ad andare avanti sempre e comunque, a trovare ogni giorno, anche in quelli difficili, qualcosa da cui ripartire.

Vorrei raccontarti tante cose di questi 15 anni in cui ci sei stato ma non ci sei stato, ma prima di tutto vorrei dirti che si, alla fine la scrittura è diventato il mio mestiere, oltre che il mio piacere più grande.

Vorrei dirti che nonostante strade contorte e non sempre coerenti, faccio quello che ho sempre sognato di fare e mi sento felice di questo.

Questo porta magia nella mia vita, perché non c’è nulla di più bello che trascorrere la propria giornata lavorativa facendo qualcosa che appassiona, qualcosa che mi lega in maniera viscerale alla mia natura, alle mie radici e a te che in ogni mio ricordo hai la penna in mano.

Non pensavo fosse davvero possibile realizzare un sogno, ci si riesce con tenacia, costanza e fortuna (“ma fortuna in senso Macchiavellico aggiungeresti subito tu”).

La tenacia che mi hai insegnato, quella che ci hai messo per diplomarti e poi laurearti nonostante i pochi mezzi della tua famiglia.

Quando scrivo ti sento vicino e ti rivedo assorto con la testa dentro a un libro, non pensavo di somigliarti tanto, oggi lo so e ne sono molto orgogliosa.

Sugli altri aspetti della mia vita non mi dilungo, tonfi e trionfi come tutti, qualche ammaccatura e qualche medaglia, ma non è questo il punto, vivo con purezza e curiosità, con grande fedeltà a me stessa e al mio sentire, non edulcoro situazioni in cui non mi sento a mio agio, preferisco prenderne le distanze, proprio come facevi tu.

Non so che tipo di mamma sono e non so bene che tipo di figlia sono stata, solo le intenzioni sono perfette, so che nei titoli di coda della nostra bellissima storia ci siamo detti tutto e dimostrati tutto e questo pensiero mi fa brillare perché…tutto si può affrontare…ma mai pesi sul cuore, se c’è una cosa che cerco di trasmettere ai miei figli è un valore che ho ricevuto da te: la gentilezza disinteressata, così come il prendere le distanze da ciò che ferisce, senza rabbia che non serve a nulla, solo con una profonda dignità e risolutezza.

Ho sognato sempre che tu fossi orgoglioso di me, come io sono sempre stata e sempre sarò di te.

Chiara

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