Qualche giorno fa ho fatto un sogno particolare, al risveglio sentivo ancora tutte le emozioni legate alla storia che mi aveva fatto visita nel corso della mia attività onirica.
Faccio molti sogni di notte e altrettanti di giorno, maestosi, a occhi aperti, progetti per il mio futuro, aspirazioni, desideri, a volte indugio semplicemente nella fantasia, fantastico sulla forma delle nuvole, su piccoli oggetti che trovo sul cammino, sulla storia delle persone che vedo passare solo per un istante.
E’ un’attività che mi piace e mi fa stare bene, mi riconnette alla parte più vera di me, la mia dimensione contemplativa, quel lato morbido e accogliente che nulla sino ad ora è riuscito a scalfire.
Nel sogno di qualche notte fa ero in una casa che non era la mia, un edificio su più piani, a un certo punto mi rendo conto che si trovava in una stanza un orso enorme, con un manto scuro e peli ispidi, un volto un pò dolente, un’aria triste, il mio primo impulso è stato di paura e ricerca di una via di fuga, poi mi sono accorta con stupore che non aveva brutte intenzioni, mi ha lasciato passare facendo un passo indietro.
Mi sono svegliata stupita e molto sollevata.
Ho fatto qualche ricerca a proposito, a una prima superficiale lettura sembra che la figura dell’orso sia collegato alla protezione energetica.
Un concetto che sento intensamente, ma che non riesco bene a spiegare.
Protetta energeticamente: è questo il modo in cui io mi sento, come se ci fosse un’entità superiore che veglia su di me, ma anche una voce interiore intrisa di saggezza alla quale fare ritorno nei momenti più difficili, qualcosa di molto affine alla vera natura di ciascuno di noi.
Platone usava il termine “anima” per descrivere la parte immortale e immateriale dell’uomo, che è distinta dal corpo.
A volte capita nella vita un incontro tra anime che prescinde la dimensione fisica, accade una meraviglia, quella di incontrare persone che ti “vedono” davvero.
In molti ti guardano in pochi ti vedono.
In filosofia quando si parla di “incontro tra anime” ci si riferisce a una connessione spirituale profonda e predestinata tra due persone, spesso descritta come un’unione che va oltre la semplice attrazione fisica o emotiva.
È caratterizzata da un senso immediato di familiarità, come se ci si conoscesse da sempre, e si ritiene che il suo scopo principale sia la crescita spirituale reciproca, a volte attraverso sfide e lezioni di vita.
Nel mio caso attraverso il confronto e la dolcezza.
Si narra che per comprendere nel profondo la vera natura di un essere umano sia importante osservarlo, nei gesti che fa quando nessuno lo guarda, nei pensieri più intimi che trascendono qualsiasi regola di buona educazione formalità oppure convenienza.
E’ in quel punto preciso che io mi sento davvero guardata.
Ci sono incontri che oltre a donarci affetto, divertimento, gioia e sintonia sono forieri di qualcosa di molto più prezioso, nell’atto e nella volontà fortissima di aprirci all’altro noi scopriamo meglio noi stessi e questa è la svolta di un percorso di crescita e umano orientato alla luce, ciascuno di noi tiene ben nascosta e protetta la parte più vera di sè, quella fragile sensibile, non vuole provare il dolore che promana dal non essere compreso, con il tempo costruisce attorno al proprio tesoro interiore una solida corazza.
E’ nell’incontro con una persona speciale che si avverte forte l’impulso di scardinare tutte le proprie resistenze, prevale la voglia di mostrarsi e continuando a farlo si scopre la parte più vera di sè.
Scoperta e autoscoperta insieme.
Le persone speciali spesso rispondono a domande che non gli abbiamo posto con le risposte di cui abbiamo bisogno.
Ci sono incontri che ci riservano qualcosa di veramente unico, che conduce a un aumento della conoscenza della propria forza ma anche alla scoperta delle debolezze che dimorano in noi.
Nel Simposio di Platone si parla di ogni persona come un’anima divisa, come fossero due metà della stessa mela. Ricongiungersi con essa significa affrontare insicurezze, paure e ombre, vuol dire influenzare ed essere influenzati a propria volta, significa soprattutto sentirsi finalmente completi.
Una scatola di luce che attendeva solo di essere aperta, la consapevolezza di essere “custode e custodito” di qualcuno.
Anna Chiara Macina