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Il sorriso di Monna Lisa

Il sorriso di Monna Lisa

di Anna Chiara Macina

Vari sono i momenti nel corso della vita in cui si vorrebbe solo una cosa: alzare un braccio in segno di metaforica bandiera bianca e gridare al mondo “Silenzio stampa”.

Durante il “silenzio stampa” personaggi o istituzioni si astengono dal rilasciare notizie, interviste o dichiarazioni ai media, sia come forma di protesta, sia per proteggere indagini, negoziati o per concentrarsi su un periodo di crisi.

In particolare, si avverte questa ancestrale e legittima esigenza quando nonostante fiumi di parole, tentativi di spiegare in modo dettagliato il proprio stato d’animo, le ragioni alla base di una scelta o di un comportamento, non si è assolutamente compresi e nulla è più frustrante e doloroso di questo.

Oppure si sente nell’intimo questa necessità, quando ci si sente all’interno di una ruota impazzita che non smette mai di girare, una sorta di frullatore perennemente acceso e in funzione che fagocita ogni nostra energia, non abbiamo ancora risposto ad una richiesta che eccone arrivarne un’altra e poi un’altra ancora, all’infinito.

Silenzio stampa è quello che si vorrebbe richiedere dopo un grande dolore, uno shock, un trauma una notizia così forte nel suo impatto con la nostra interiorità da farci desiderare uno spazio bianco all’interno del quale sia possibile un tempo di elaborazione e pausa dal mondo, senza spiegazioni, senza concettualizzazioni al momento assolutamente impossibili.

Io personalmente uso per descrivere questo concetto o, meglio, il mio modo di concretizzarlo, un termine ben preciso “modalità Monna Lisa”.

Chi è e in che posa è ritratta la celebre Gioconda di Leonardo Da Vinci?

Il dipinto ritrae una donna seduta su una sedia, sullo sfondo un paesaggio. La donna è rappresentata con un sorriso enigmatico, che ha suscitato molte teorie e dibattiti nel corso degli anni.

Né sorridente né crucciata, neutra, misteriosa, nel suo sguardo lo spettatore può leggere ciò che desidera e solitamente vi trova un riflesso di quello che è il suo stato interiore del momento.

Il “significato psicologico” della Gioconda risiede nell’enigmatico e ambiguo sorriso che la modella di Leonardo da Vinci esprime, il quale varia a seconda dell’osservatore e stimola interpretazioni diverse, facendo da specchio alle complesse dinamiche della mente umana. Psicologicamente, la sua espressione viene vista come uno specchio delle proiezioni dell’osservatore e un simbolo universale del mistero dell’animo umano.

Ciò che più ci affascina della protagonista di quest’opera è proprio la sua allure enigmatica e misteriosa.

“Monnalisa smile” è il titolo di un film con Julia Roberts che ho visto tanti anni fa.

Il film racconta le vicende sentimentali di quattro studentesse e della loro professoressa, lo svolgersi delle rispettive storie mostra con chiarezza che difficilmente la realtà coincide con l’idea della realtà che ciascuna di loro si è fatta.

Modalità Monna Lisa: cuore in sicurezza e standby emotivo

Ogni tanto bisogna concedersi questa modalità per qualche giorno e più giorni all’anno.

In quali situazioni?

Quando il groviglio di emozioni è diventato troppo grande, il cuore accelera la mente complica, il fisico vacilla per la stanchezza di tutto il tourbillon.

Allora cosa si fa?

Allora ci si ferma e si guarda il mare, si osservano le onde: impetuose, tranquille frizzanti, tutte hanno un unico fine: tendere alla riva, ritornare a casa.

E’ quello che dovrebbero imparare a fare le donne (e non solo loro) quando si sentono confuse: è necessario riportare il proprio cuore a casa, nel vertice più ancestrale e antico della propria natura, ascoltarlo, nutrirlo, confortarlo e dirgli: “sei confusa, non sai cosa accadrà, ma hai comunque te stessa e non è poco”.

Per me è moltissimo.

Dividendo esattamente a metà il volto della Gioconda otterrai due differenti espressioni. A sinistra vedrai una donna più matura e seria, a destra una donna più giovane e sorridente.

Gli occhi grandi e profondi ricambiano lo sguardo dello spettatore con una espressione dolce e serena. Le labbra accennano un sorriso.

Guardare senza giudicare, sentire senza “complicare il pane”.

A volte quando un’emozione è forte e ci crea incertezza e un po’ di smarrimento è bene fermarsi per un po’, lasciare che le cose decantino per un po’…

Sono quei giorni in cui io comincio un po’ a vivere nella mia bolla, la mente si ferma, il cuore entra un po’ in standby in una dimensione di sicurezza, mi dedico a piccole cose che amo fare, contemplo il bello, mi perdo in qualche film all’oscuro di una sala del cinema, oppure faccio coccolare la mia anima dal tepore di un caffè caldo con un’amica, passeggio in riva al mare, ascolto le canzoni che mi piacciono di più, quando torno al vertice del mio assillo ho la risposta, ho l’intuizione, ho la direzione, sono pronta ad affrontare le cose…con morbidezza, con grazia, ballando nel flusso degli eventi.

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