sabato , Agosto 2 2025

La dolcezza di una campana tibetana

La dolcezza di una campana tibetana

 

Capita a volte che nell’atto di porgere a qualcuno un regalo ci si senta quasi in dovere di aggiungere” è un pensiero, una piccola cosa”.

A me le frasi di circostanza sono sempre piaciute molto poco.

Ma ti pare poco? Un pensiero è il gesto più bello che si possa tributare a qualcuno, quando si concretizza nella scelta di un oggetto che si ritiene possa essere gradito, o dare felicità o strappare un sorriso, questo atto magico e sacro è ancora più prezioso.

Un regalo va meditato e pensato, deve avere una prerogativa, essere “bespoke” e raccontar qualcosa del rapporto che lega due persone.

Non mi piace ricevere cose, anche di valore magari, ma un po’ seriali, o ancora peggio con un’utilità spicciola, mi piace molto donare il vino, sciarpine di lana fatte a mano, oggetti che spiego per filo e per segno e che spesso corredo da una lettera.

Attribuisco al regalo un grande valore, sia quando lo faccio che quando lo ricevo, perché racconta tanto di un rapporto.

Per le persone speciali gioco sempre d’anticipo mesi prima del compleanno, scelgo con cura ogni oggetto che mi parla di loro o fa pensare a loro, lo ripongo in una bella scatola, poi dono il mio tesoro o chi lo è già per il mio cuore.

I cuori speciali meritano di essere coccolati sempre.

Non è il valore monetario è il tempo e la cura che ho speso nella scelta a rendere un regalo speciale.

Tra le cose che da sempre preferisco ricevere in regalo le collanine di corallo, il Franciacorta, i fiocchi da allacciare alla maniglia della porta, i libri, le penne, i portapenne a forma di fungo, e tanti monili di questo tipo.

Quest’anno per il mio compleanno ho ricevuto un regalo meraviglioso che mi ha lasciato sbalordita: una campana tibetana.

Preziosa da subito come la persona che me l’ha donata.

Da qualche tempo partecipo a delle meditazioni guidate con le campane tibetane, è una pratica che mi rilassa e sento mi fa un gran bene, ma in realtà non avevo mai prestato troppa attenzione allo strumento in sé, quando comincio a percepirne il suono sono già stesa e al buio sento e percepisco solo le onde vibrazionali.

Un suono avvolgente, magico, un po’ misterioso. Ma soprattutto un suono benefico, perché quello delle campane tibetane o ciotole del canto è molto più che un semplice gioco di armonie. Fa “vibrare” le nostre cellule e forse anche il nostro spirito inducendo armonia e benessere, rilassando a fondo, allontanando stress e tensioni di ogni natura.

Averne una tutta mia mi ha emozionata molto, mi ha riportato al concetto di cura per me stessa, riposo, centratura, tutti lidi che dovrei imparare a esplorare meglio.

Un pensiero e degli auspici molto belli da ricevere in regalo che ho stretto forte al mio cuore.

Poi piano piano ho cominciato a prenderci confidenza con la mia campana, con il batocchio di legno ho cominciato a percuoterla, il suono non solo mi rilassa e aiuta a concentrarmi, è come se disegnasse piccoli cerchi luminosi, in ognuno io rivedo un episodio buffo o dolce o simpatico che mi lega a chi me l’ha regalata.

Tutti questi ricordi mi fanno brillare come una stella, non c’è ne è neanche in uno in cui io non mi riveda in piena luce.

Quando la usiamo la sera durante le meditazioni l’operatrice la utilizza per rilassarci, quando la adopero io al termine di una lunga giornata lo faccio in modo un po’ “bespoke” per riconnettermi a quella parte di me che vive una dimensione nutriente e spensierata all’interno di un rapporto bespoke, e questo è sicuramente stato uno dei regali più grandi che la vita mi abbia voluto fare.

Anna Chiara Macina

 

About Redazione

Prova anche

La leggerezza di essere Chiara

  Nella mia vita ho pianto e riso moltissimo. Non sempre a contesto ma molto, …