martedì , Luglio 1 2025

Telefono senza filo e filo rosso che ci unisce

 

Telefono senza filo e filo rosso che ci unisce

Un sussurro nell’etere che trova casa

Disegno di copertina realizzato da Eva Montanari

 

Io da piccola amavo molto un gioco: prendevo due bicchieri di plastica ci facevo un forellino, uno in entrambi, li univo con uno spago molto lungo, li usavo con un’altra persona ora per parlare ora per ascoltare cosa l’altro avesse da dirmi, magari da finestra a finestra, da una camera all’altra, un modo molto intimo di comunicare e trasmettersi qualche messaggio, a volte piccoli segreti, altre cose buffe che strappavano una risata immediata.

Senza cavi, senza sforzo, solo onda pura, come accade (non spesso) nella comunicazione tra due persone, quando si compie il miracolo dell’essere uditi seppur lontani, ma soprattutto compresi seppur diversi.

Parole nell’etere, pensieri non confidati, idee che non hanno ancora preso forma, suggestioni in cerca della loro precisa traiettoria, desideri del cuore non ancora mentalizzati, aneddoti e piccole grandi paure.

Oggi non ho più quest’abitudine ma ancora uso per comunicare mezzi un po’ empirici e non convenzionali, una cartolina, un messaggio, un post it lasciato dietro il tergicristalli dell’automobile, spesso in queste parole confido grandi verità, ciò che penso nel profondo, un’emozione che vis a vis ho magari imbarazzo a condividere, oppure semplicemente voglio proiettare in forma scritta.

C’è un filo rosso che lega alcune persone, delicato e robustissimo, che annoda e stringe due estremità, quelle di due anime che si sono trovate, ritrovate e riconosciute all’istante, due persone che camminano nel mondo forti di un dizionario condiviso comprensibili spesso solo a loro, ma così chiaro ai due che non è nemmeno necessario scambiare più parole, ne basta una, per entrare al centro di una narrazione, una riflessione o un ricordo condiviso.

Un intermezzo tra una light box e uno scrigno, uno specchio con una cornice dorata piena di intarsi preziosi che riflette sempre bellezza ed autenticità, quella che con coraggio persegue chi ha trovato una persona alla quale desideri mostrare la propria parte più vera.

Due anime che vibrano a una stessa frequenza per alcuni aspetti e ad una così differente per altri che il desiderio di avvicinarsi per comprendere la melodia dell’altro è così forte e irresisitibile da fare venire l’immediato desiderio dello spirito di mettersi subito in ascolto, uno scambio foriero di un’evoluzione immediata e fortissima, la stessa che conduce a una crescita personale che diventa permanente, quotidiano esercizio, attività con un altissimo valore aggiunto.

In Giappone e Cina il filo rosso del destino unisce due anime, a prescindere da tempo, spazio o circostanze, generando una connessione profonda e autentica, in letteratura è l’elemento comune che lega le varie parti di un testo, in filosofia è il tema ricorrente nella vita di una persona, una costante emozionale o esistenziale.

Indica una connessione profonda, il destino, coerenza tra cuore e mente, il proprio senso profondo della vita.

Questo legame si manifesta attraverso una serie di esperienze, emozioni e sincronicità che sembrano guidare le due persone l’una verso l’altra. Ogni incontro, ogni scambio di sguardi, ogni parola pronunciata può riaccendere memorie antiche e risvegliare la parte più profonda di noi stessi, anime che riescono a sentire ciò che l’altro prova anche se sono fisicamente distanti, come se fossero connesse a un livello profondo e invisibile.

Tu chiamale se vuoi…connessioni profonde, invisibili ma reali, che permettono alle persone di percepirsi e di condividere un’armonia, anche a distanza, come se fossero collegate da un filo che trascende lo spazio e il tempo.

Anna Chiara Macina

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