venerdì , Marzo 29 2024

Il piccolo rifugio dei cani felici è a Sassofeltrio

Vorrei essere la persona che il mio cane pensa che io sia”.

Vorrei essere la persona che il mio cane pensa che io sia”. Non esiste verità più grande di quella contenuta nelle parole di questo toccante aforisma. Ogni cane ama il proprio padrone in maniera incondizionata e con grande trasporto, a prescindere da come si comporta, dalla sua professione, aspetto o status, ogni sera lo aspetta, festoso e scodinzolante con la speranza di essere accompagnato a fare un giro o di potere comunque passare del tempo in compagnia del suo amatissimo”bipede”.

I cani sono perfettamente in grado di percepire lo stato d’animo dei padroni, attraverso movimenti, odore o altro, questo lo sa perfettamente chi ne possiede uno, la conferma arriva anche da uno studio dell’Università Goldsmith di Londra. I ricercatori hanno effettuato un test su cani di 18 razze diverse, facendoli assistere alla visione di esseri umani piangenti, padroni e non.

Tutti i cani tranne tre hanno subito interrotto le loro attività davanti alla scena di esseri umani in lacrime per andarli a consolare, come solo un grande amico è in grado di fare.

Ci sono cani che un padrone non ce l’hanno, o non ce l’hanno più o sono in attesa di averne uno, una cinquantina di loro, una preziosissima goccia nell’oceano, vive accudito con amore in quella che voglio definire l’oasi dei cani felici “Il piccolo rifugio” a Sassofeltrio (provincia Pesaro-Urbino), gestito con amore e molto impegno da una decina di volontari che ogni giorno si alternano per dare una vita più che dignitosa a cinquanta cani che vivono in recinti con tettoia e cucce e uno spazio all’aperto, inoltre durante le ore in cui i volontari sono presenti, i pelosi hanno la possibilità di scorazzare fuori, in una grande area verde recintata.

Una boccata d’ossigeno, ciò che mi permette di fare tutto il resto” così, Eli una delle volontarie del rifugio definisce le ore trascorse al servizio dei suoi cani “ho sempre amato i cani e desiderato poter fare qualcosa per loro, poi qualche anno fa una visita al Piccolo rifugio mi ha dato la possibilità di concretizzare questo mio sogno, è stato subito amore, mi sono immediatamente sentita a casa, accolta, non esiste essere umano in grado di manifestare gratitudine sincera come un cane e non ho più voluto fare a meno di quello che mi possono dare, anche se certo l’impegno è grande e ritagliato tra il lavoro e i cento impegni del quotidiano”.

Tanti i cani arrivati al Rifugio in questi anni, alcuni con poche possibilità di essere adottati perché anziani, in condizioni di salute precarie oppure con una mole importante e quindi “impegnativi”, tante le storie legate a ciascuno di essi, alcune strappano un sorriso, altre sono a lieto fine e si sono concluse con l’adozione e la vita in famiglia, altre dolorose e che poca fiducia infondono nel genere umano, come quelle legate a cacciatori che come disquisissero di un oggetto hanno chiesto ai volontari “lo prendete? Il cane è vecchio io ora non me ne faccio più niente, non è più buono per la caccia”.

I cani- racconta Eli- hanno antenne sottili e un’empatia fortissima verso il prossimo, spesso riescono a fotografare una persona immediatamente e con maggior precisione di noi, nel bene e nel male. In questi anni tante volte ho visto bambini venire al Rifugio e innamorarsi perdutamente di un cane, del tutto ricambiati naturalmente, un incontro tra due cuori puri che si riconoscono e scelgono, scene che non smetteranno mai di commuovermi”.

L’adozione di un cane è una scelta che comporta “il per sempre” come la presa in carico di qualsiasi essere umano, i volontari del canile sono i primi a consigliare non sia effettuata con leggerezza e sull’onda dell’entusiasmo, ma ben ponderata. Chi non ha la possibilità di farlo, ma vuole comunque dare un concreto segno di affetto e aiuto ai cani del Piccolo rifugio può in primis offrire il suo aiuto all’interno della struttura, partecipare alle cene organizzate per raccogliere fondi pubblicizzate sulla pagina fb del canile, oppure aiutare con un piccolo contributo.

Iban:

UBI BANCA

IT45M 03111 68360 0000 0000 4569

Salvare un animale non cambierà il mondo, ma cambierà il mondo per quell’animale!”.

Tante persone quando vengono a sapere del mio impegno al canile mi rimproverano di perdere tempo ad aiutare gli animali quando nel mondo c’è tanta sofferenza umana, io sono convinta che ciascuno deve trovare la forma per dare il suo aiuto al mondo, nel modo che sente più congeniale e vicino al suo cuore, e questo è il mio”.

Chiara Macina

 

About Redazione

Prova anche

Un anno vissuto pericolosamente

Un anno vissuto pericolosamente di Luca Giacobbi L’anno a cui faccio riferimento è quello che …