martedì , Aprile 23 2024

La vita è adesso…

Una delle più diffuse e deleteree abitudini umane è la preoccupazione. Mi capita spesso di ascoltare i discorsi delle persone, a volte in attesa dal medico, o fuori dalla scuola, altre volte al bar mentre bevo un caffè. Non che mi interessino i discorsi degli altri, ma noto il tono di quello che viene raccontato e lo stato d’animo che lo accompagna. Mamme preoccupate di cosa farà il figlio l’anno prossimo a scuola, se riusciranno a conciliare casa, famiglia e lavoro nei tempi prestabiliti, persone che hanno appena fatto le analisi e si chiedono se andranno bene ma siccome nella famiglia c’è predisposizione a una certa patologia, forse anche loro ce l’avranno, chi vuole cambiare lavoro ma è certo ( non si sa come) che siccome sbaglia sempre valutazioni, se farà il passo di cambiare sicuramente sbaglierà sicuramente, e così via.
Un’attitudine costante e disciplinata alla lamentela, alla negatività e alla preoccupazione. Che poi sapete cosa significa “preoccuparsi”? Significa occuparsi prima di qualcosa, cercare di prevenire una certa situazione che non sappiamo in realtà se si verificherà mai, e lo stato d’animo che accompagna la preoccupazione, non è mai positivo, perché alimentato dalle paure e dall’insicurezza.
Concentrare i nostri pensieri e la nostra emotività su una situazione, significa caricarla di energia e di un’aspettativa che più o meno consapevolmente ci aspettiamo di veder realizzata, anche in negativo. Chi è convinto di non essere all’altezza di qualcosa, non lo sarà mai, e non per incapacità reale, ma perché la sua convinzione è tale che di fronte a quella situazione entrerà in uno stato d’ansia talmente forte da scollegarlo completamente dalle sue capacità. E avrà avuto ragione. La preoccupazione esagerata di non superare un colloquio di lavoro creerà una tale tensione interna che il colloquio non andrà a buon fine, facendoci magari apparire all’esterno come insicuri, instabili ed eccessivamente emotivi.
Una sana preoccupazione aiuta. Il problema è individuare il confine oltre il quale non bisogna spingersi per evitare di entrare in un circolo vizioso che ci saboterà irrimediabilmente. Quando temiamo di perdere qualcuno o qualcosa a cui teniamo scatta dentro di noi l’ansia, la paura di perdere il controllo della situazione. In realtà sono ben poche le cose che possiamo davvero controllare nella nostra vita, ma possiamo scegliere come vivere il nostro tempo decidendo non di pre-occuparci, ma di occuparci solo di ciò che accade ore, perché per quanto se ne dica, la vita è ADESSO, il punto di potere è nel PRESENTE.
Sono i pensieri che facciamo oggi, le scelte che operiamo nel presente a dare al nostro futuro nuove opportunità di cambiamento e miglioramento. Ovvio che se facciamo sempre le stesse cose, pensiamo sempre nella stessa maniera e non ci mettiamo mai in discussione, non otterremo mai nulla di diverso da quello che abbiamo.
La buona notizia è che la sola cosa con cui abbiamo sempre a che fare è un pensiero, e un pensiero lo si può cambiare. Per quanto strano possa sembrare siamo noi a scegliere i nostri pensieri ed è solo questione di allenamento riuscire a cambiarli, a dirigerli su ciò che fa sorridere il nostro cuore e non su ciò che crea ansia e preoccupazione. E sapete cosa succederà? Che la nostra vita migliorerà un pezzettino alla volta fino ad entrare in uno stato d’essere in cui il positivo sarà la regola e il negativo l’eccezione. E’ solo questione di allenamento, disciplina e fede incrollabile.
C’è sicuramente chi dirà: “Fosse tutto così facile..”. La verità è che sono pochi quelli che lo fanno davvero, quelli che vedono in ogni difficoltà solo l’opportunità di migliorare senza perdere la forza e la fede in una risoluzione positiva, mentre sono la stragrande maggioranza quelli che parlano, si lamentano e non fanno nulla. Tutti si aspettano la bacchetta magica che risolve i problemi, ma se non ci mettiamo del nostro non otterremo mai nulla. L’attitudine alla lamentela e all’autocommiserazione è molto più forte di quella che punta alla realizzazione di un sogno che richiede sforzo e impegno Tutti i più grandi maestri e uomini di ingegno e successo di questo secolo parlano della forza del pensiero come della spinta propulsiva che crea la nostra realtà. E allora, perché invece di concentrarci sulla paura, sulla difficoltà e sulla preoccupazione di qualcosa che non si sa nemmeno se accadrà non ci soffermiamo sull’aspettativa positiva di una situazione, su immagine di gioia, di successo, di riuscita e di appagamento?
Ho letto un libro diversi anni fa, che non solo mi ha divertita ma mi ha fatto riflettere molto su quanto siamo in balia dei nostri pensieri, invece di essere il contrario. Prendete un braccialetto e mettetevelo al polso destro. Da questo momento per 21 giorni non dovete lamentarvi, preoccuparvi o sparlare degli altri, ma solo rimanere su di voi, nel presente, con un atteggiamento positivo e propositivo. Ogni volta che vi troverete a lamentarvi di qualcosa o spettegolare di qualcuno spostate il braccialetto dalla mano destra a quella sinistra, e ricominciate il calcolo dei 21 giorni da capo. Ci si mette in media dai sei mesi all’anno per riuscirci!!!! Sapete cosa significa? Che ci vuole impegno e disciplina per uscire da questi circoli viziosi che inquinano e rendono mediocre la nostra vita, ma è possibile! E una volta ritornati padroni di noi stessi, consapevoli dei pensieri che facciamo e delle conseguenze che questi hanno sulla nostra vita saremo di nuovo individui liberi.
Quindi al lavoro trapezisti delle emozioni e dei pensieri, camminate in equilibrio sul filo dei vostri pensieri e arrivate alla meta, create la vostra realtà partendo dai vostri pensieri, sceglieteli con cura e poi nutriteli di energia positiva, di fede e di quella sana incoscienza che fa accadere i miracoli quando meno ce lo aspettiamo!
“Tutto ciò con cui abbiamo a che fare è un pensiero, e un pensiero lo si può cambiare”. ( Louise L.Hay, “Puoi guarire la tua vita”)

Maruska Cappelletti

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