martedì , Aprile 23 2024

De profundis: “Lettera a una mamma mai nata”

DE PROFUNDIS

Lettera a una mamma mai nata

A Maria Lucia V.D

Sant’Augustin, Chincha Alta

Perù

Buongiorno Maria Lucia!

Chi ti scrive è una giovane donna nata il 25-06-1991, a Lima, all’Hospital Nacional Hipolito Unanue di El Agustino, in Perù.

Nel luglio del 1991 è stata adottata da una coppia di italiani: Franco e Giuseppina. Insieme a lei, hanno adottato anche un altro bambino, Francisco, nato nel 1985.

Ella ha trascorso le sue giornate in una graziosa casa in campagna, del Nord-Italia. Ha frequentato le migliori scuole (nononostante la sua poca voglia di studiare) ed è

riuscita a diplomarsi presso il Liceo Scientifico della sua città. E’ sempre stata una bambina “col sole dentro”, ma solitaria; spesso ha preferito la compagnia degli animali e della natura, piuttosto che degli esseri umani.

A 17 anni è un’adolescente ribelle ed inquieta. E’ il 2008 e i “blog” sono approdati in Italia, come così le chat.

Lei si iscrive ad una community chiamata “Netlog” dove conosce Fabio, un ragazzo timido e gentile, dai capelli lunghi e gli occhi verdi…se ne innamora perdutamente.

Passano gli anni, la gioventù e la prima età adulta non sono per niente facili; lei è una ragazza molto sensibile ed introversa, talvolta fatica a farsi degli amici…ma sa che, su uno, potrà SEMPRE contare:

Ivan.

Confidente, migliore amico, fratello…un legame indossolubile , conosciuto nel 2002 e mai più separatosene.

E’ una ragazza piena di idee, con la testa piena di progetti…

una sognatrice ambiziosa, ma poco concreta (non sa se questo sia un pregio o un difetto).

Ama la natura e tutti gli animali (anche se predilige i gatti e i cavalli). Pratica vari sport tra cui equitazione e kick-boxing; il primo le ha sviluppato sensibilità ed empatia, mentre il secondo, perseveranza e temerarietà (ama l’avventura).

Coraggiosa, sfacciata e un po’ imprudente. Un’altra sua grande passione (e dono) è la scrittura.

Trascorre pomeriggi interi a scrivere poesie, a leggere libri e ad appuntarsi note sui quaderni. La scrittura è la sua arte, la sua arma di espressione. Da anni le consigliano di scrivere un libro … chissà. Compiuti vent’anni, inizia per lei un periodo molto duro poichè cade nel vortice dell’alcolismo…

Ingrassa notevolmente e piange sempre. Fabio la salva, amandola e proteggendola dalla depressione in cui è piombata. Nel 2013 si iscrive ad un corso per diventare infermiera veterinaria, supera l’esame e, per un’estate, lavora in un ambulatorio eseguendo operazioni di lieve entità, seguendo i pazienti e preparando iniezioni.

Questa esperienza le rimane nel cuore e la forma notevolmente. Un anno dopo, decide che è giunto il momento di ripartire da zero e di costruirsi un futuro con Fabio, lontano dalla sua famiglia e da alcuni ricordi che la fanno soffrire.

Così, il 21-06-2014, vive il giorno più bello della sua vita:

In una piccola cittadina di lago, chiamata Omegna, i due si scambiano gli anelli diventando marito e moglie.

I mesi passano, i novelli sposi vivono insieme in una casa di montagna, in una cittadina di nome Chiavenna (vicino alla Svizzera), a 150 Km da dove lei è cresciuta.

Potrebbe sembrare uno scenario da favola, ma lei si sente comunque sola;

non è riuscita a stringere nuovi legami di amicizia, fatica a trovare lavoro… ma vorrebbe un bambino.

7 mesi dopo essersi sposata, alle 5:00 di una fredda mattina di gennaio, lei si sveglia di colpo perchè “si sente strana”, sente che sta succedendo qualcosa al suo corpo e decide di fare un “test” comprato qualche giorno prima…

E’ incinta di 6 settimane.

E’ una gravidanza sanguinosa, spietata, per niente facile, terminata con un travaglio altrettanto terribile ed un post-parto traumatico.

Zorba è un maschietto, è nato il 30-09-2015 alle 00:44, pesa 3,043 Kg ed è lungo 52 cm.

Ora, LEI, è diventata una mamma …. e la sua vita è cambiata per sempre.

Zorba è un neonato sveglio, precoce e curioso.

Lei sente una fetta di cuore che lentamente torna a prendere vita, dopo essere rimasta anestetizzata per lungo tempo.

La maternità è così gloriosa, così massacrante, così piena di “Mai più” e di “Per sempre”.

La vita è dura.

La vita di coppia lo è ancora di più. Dopo 8 anni di relazione e 2 di matrimonio, nel settembre 2016 si conclude una grande (enorme) parte della sua vita chiamata “Fabio”.

Egli rimane indelebile dentro di me: inscalfibile amico, anima gemella che ho perduto.

Sai, Maria Lucia, questa giovane donna non si è mai reputata religiosa (benchè abbia ricevuto un’educazione fervidamente cattolica)… ma quando perse Fabio, per un attimo, pensò di rivolgersi a Dio per chiedergli quando sarebbe cessato tutto quel dolore, tutto quel tormento… non lo fece, ma forse lui (Dio) sa che avrebbe voluto.

Dopo appena un anno dalla nascita di suo figlio, la giovane donna (ormai venticinquenne) è obbligata a cambiare nuovamente vita.

Il trauma ha sempre spinto la sua esistenza verso il cambiamento e, di conseguenza, all’adattamento.

“Non ho più motivi per vivere, se non Zorba. Non ho più la mia casa, la mia città, i miei gatti, l’aria per respirare…non ho più nemmeno la voce”

Questo pensava, quando rimase da sola, in balia dei suoi demoni interiori.

Dimagrisce, non mangia (ma “beve”). Il buio si sta di nuovo impadronendo di lei, come fece l’alcolismo cinque anni prima…

Dopo un mese di pianti, si sveglia, si alza dal letto e si sforza di sorridere. Tutto da sola. Decide che non può concedersi il lusso di morire, che vivrà per sè e vivrà per Zorba.

Tutto da sola. Si guarda allo specchio: sembra molto più vecchia. Prende i suoi pennelli e inizia a truccarsi.

Tutto da sola. Più va’ avanti e più il dolore sembra placarsi…

Canta…finisce di truccarsi, ripone il pennello e rimane lì, immobile, davanti allo specchio del bagno.

“Ora fa meno male”, pensa. La stufa è accesa sul livello più alto. La casa è deserta… a farle compagnia: un gatto, il tintinnio delle unghie smaltate che risuonano sulla tastiera del computer

e il vorticare delle fiamme.

Lei ama la solitudine, il rumore del suo respiro, e il piacere che le procura la scrittura… Zorba è dal papà, non tornerà prima di lunedì.

Controlla l’ora: sono quasi le 23:00 di sera… tra non molto Simone dovrebbe rincasare. Non vivono insieme, ma lei adora trascorrere il tempo a casa sua, quando può.

Simone è un bel ragazzone alto e biondo, conosciuto nel lontano 2008 (proprio qualche giorno prima di fidanzarsi con Fabio).

Dopo averlo perso di vista per otto anni, nell’autunno del 2016 ritorna nella sua vita in veste di nuovo amore.

Talvolta, i suoi occhioni verde smeraldo riescono a guidarla attraverso alcuni vicoli della vita dove, senza di essi, parrebbe cieca.

La sua risata solare rieccheggia lontano, lontano, fino a toccarle l’anima.  Quando canta spensierato una vecchia canzone di qualche cantante sconosciuto, lei si sente completa, si sente a casa.

Lui è così simile e così diverso da lei. Lei se ne innamora.

Zorba ormai ha quattro anni, và alla scuola materna e ha un fantastico rapporto con la sua mamma.

Vivono da soli in un appartamento e amano la loro routine.

Lui è un bambino incredibilmente intelligente, sensibile

e persipicace, proprio come i suoi genitori; ama la solitudine, ma anche giocare in compagnia, prova interesse per la scienza e la natura

ed è gentile con le creature più piccole.

La sua mamma lo considera un artista, un’anima creativa, un regalo dopo tutta la sofferenza che lei ha dovuto patire.

Ormai, la giovane donna di questo breve ma intenso racconto, ha 28 anni (compiuti il 25-06-2019), ma ancora tanta strada da fare davanti a sè…

Di recente, ha deciso di esplorare il suo orizzonte spirituale avvicinandosi alla meditazione, allo sciamanesimo, alle

discipline olistiche e al buddhismo…forse per rispondersi ad alcune domande, forse per porsene di nuove.

Ha un nuovo grande sogno nel cassetto: Diventare educatrice di comunità per guidare e dare amore ai bambini vittime di maltrattamento e alle mamme in grandi difficoltà socio-economiche.

Ad ottobre 2019, grazie ad un sussidio statale, ha potuto intraprendere la carriera universitaria che le permetterà di conseguire la laurea in “Scienze dell’Educazione”.

Ha già conseguito con successo i primi esami. Lei è molto fiera di sé e spera che, un domani, anche Zorba lo sarà.

Il 2019 ha significato una grande svolta per lei: si è ri-scoperta avventuriera! Appena la vita glielo consente, viaggia.

Con o senza Zorba, con o senza Simone.

Le piace visitare città, musei, paesi, montagne da lei ancora inesplorati; le piace fare trekking, camminare in mezzo alla natura per ascoltare gli spiriti degli alberi…le piace il movimento e le piace mettersi alla prova per dimostrare a sé stessa che, DA SOLA, può superare qualsiasi ostacolo.

Sempre più in alto, sempre più lontano, fino a sentire l’aria fredda che le accarezza il volto.

La giovane donna si chiama Elizabeth, è nata il 25 giugno del 1991, a Lima,

all’Hospital Nacional Hipolito Unanue di El Agustino, in Perù.

E’ tua figlia,

ed è una guerriera.

 

Elizabeth Acchini

 

Curriculum letterario

Nell’anno 2005 mi iscrivo al Liceo Classico Don Bosco (Borgomanero) dove acquisisco la padronanza del lessico grazie alle traduzioni di latino e greco. Purtroppo, essendo allora una giovane scansafatiche, mi ritiro dopo il primo anno di biennio, iscrivendomi successivamente al Liceo della Comunicazione Giacomo Leopardi, a Novara.

Qui coltivo gran parte della mia cultura , degustando (tra una lezione di filosofia e l’altra) i grandi classici della letteratura mondiale. Mi cimento, inoltre, nel mondo della Storia dell’arte Contemporanea, appassionandomi di: Dadaismo, pop-culture, espressionismo astratto e fotografia.

Nel 2008 partecipo ad un piccolo concorso di poesie per adolescenti, organizzato dalla Regione Piemonte, in cui però non raggiungo i primi tre posti.

La passione per l’arte in ogni sua forma mi spinge, dapprima, ad intraprendere la strada di Lettere e Filosofia, a Milano… per poi compiere una piccola deviazione, scegliendo il DAMS di Torino.

2011: A Torino, in un monolocale di 35 Mq, inizio a scrivere sceneggiature e drammaturgie per concorsi cinematografici e a girare brevi cortometraggi (di cui io sono il regista).

2013: Collaboro con la scrittrice Silvia Montemurro (L’inferno avrà i tuoi occhi- E.Newton Narrativa) fornendole alcuni consigli per la stesura del romanzo Shake my colors (Sperling&Kupfer).

Negli anni successivi mi dedico alla lettura e ad alcune ricerce antropologiche dedicate ai primati che mi portano a scrivere alcuni articoli di carattere scientifico. Mi diletto inoltre a leggere la lunga collana di trattati della disobbedienza del filosofo francese Michell Onfray, di cui cerco di seguirne le orme, abbozzando numerose pagine dedicate al concetto di “Anarchia”.

Al momento, mi dedico al lavoro di educatrice professionale presso varie comunità del Nord-Italia, al mio bambino di quattro anni…. e alla ricerca delle mie radici native, in Perù.

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