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San Marino I° aprile 2023: cerimonia d’investitura dei Capitani Reggenti

La Magistratura ha durata semestrale, la carica viene assunta il 1° aprile e il 1° ottobre, con cerimonia d’ingresso, composta da celebrazioni sia civili che religiose, risalenti agli antichi Statuti del Seicento. I Capitani Reggenti entranti sono eletti circa verso la metà di marzo e settembre dal Consiglio Grande e Generale. I nomi dei designati sono poi comunicati alla cittadinanza riunita a Piazza della Libertà dal Segretario di Stato agli Affari Interni, che per l’occasione si affaccia al balcone del Palazzo.

Al termino del rito religioso che si svolge in Basilica alla presenza dei neo eletti e dei Capitani ancora in carica, il corteo con i 4 Capitani, la Banda (in testa), la Guardia Nobile che fa ala alla Reggenza, le Rappresentanze e la Milizia si dirige a Palazzo nella Sala del Consiglio, dopo che la Reggenza ha preso posto, l’oratore comincia il discorso.

Terminato questo, il Segretario di Stato per gli Affari Interni, si avvicina al banco dei nuovi eletti e legge loro la formula latina del giuramento, prestato questo i due Capitani si avvicinano al trono inchinandosi davanti ai predecessori, che cingono loro il collo, con la sciarpa del Supremo Ordine, come simbolo di trasmissione del potere. La Banda intona l’Inno Nazionale.

Programma della Cerimonia

ore 9.45 – Piazza della Libertà. Schieramento dei Corpi Militari e alzabandiera

ore 10.40 – Corteo dei Capitani Reggenti eletti dal Palazzo Pubblico alla Basilica del Santo, ove si celebra il rito religioso.

ore 11.30 – Ritorno del Corteo a Palazzo Pubblico, ove viene pronunciata l’Orazione Ufficiale ed i Capitani Reggenti eletti prestano giuramento e ricevono l’investitura.

ore 12.30 – Corteo degli Ecc.mi Capitani Reggenti e del seguito dal Palazzo Pubblico a Palazzo Valloni.

ore 12.45 – Piazza della Libertà. Schieramento dei Corpi Militari e ammainabandiera.

cerimonia-insediamento-capitani-reggenti

Capitani Reggenti: la Suprema Magistratura

Anticamente i Capitani Reggenti erano denominati Consules, così sono menzionati in un documento del 1244, concernente un acquisto del diritto di transito da parte del comune presso Guido di Cerreto, i primi conosciuti sono Filippo Da Sterpeto e Oddo Scariddi, i successivi sono denominati uno Capitano l’altro Difensore, poi Capitano e Rettore, infine Capitani Reggenti.

Secondo quanto risulta dagli statuti del ‘600, sono eletti secondo la procedura in uso già negli ultimi decenni del Cinquecento.

In primo luogo, l’elezione avviene ad ogni semestre, nessun Consigliere può essere nominato Capitano se non è trascorso un triennio dall’ultima volta che è salito alla suprema magistratura.

Questo riporta la rubrica XIII del libro I degli Statuti: “Stabiliamo e ordiniamo che dal numero del grande e general Consiglio nostro dei Sessanta per mezzo di schede si estraggano a sorte diligentemente, e fedelmente, in esso General Consiglio da adunarsi alla fine dei mesi di Marzo e di Settembre e dodici Membri ciascuno dei quali separatamente, posposto ogni privato interesse, all presenza dei Capitani pro tempore, del Segretario del Comune, di due assistenti estratti prima a sorte dal numero dei Dodici che ultimamente sono stati Capitani e del Camerlengo o del procuratore del Fisco sia tenuto a nominare in segreto uno presente o non lungamente assente dalla giurisdizione della Terra di San Marino che stimi idoneo al governo della nostra Repubblica, che sia cittadino, originario, ed oriundo della nostra Terra, o territorio, dell’età di almeno venticinque anni”.

Prosegue poi la rubrica:”Questi 12 uomini poscia separatamente uno dopo l’altro nel prefato Consiglio dei sessanta siano messi a scrutinio coi voti, cioè coi bossoli e con le palle, e i sei di loro che abbiano superati gli altri per pluralità dei suffragi, avuta considerazione del numero dei Consiglieri votanti, siano dai Capitani e dagli Assistenti e dal Cameralengo e dal Procuratore del Fisco predetti, scritti in tre schede e due per scheda, considerata la qualità delle persone, come parrà più conveniente”.

Seguiva quindi la proclamazione nella Chiesa di San Pietro:”E le suddette schede siano poste in un bossolo o cappello, onde poscia nella Chiesa di San Pietro, od altrove nella Chiesa della stessa plebale alla presenza dei predetti, e di altri cittadini a ciò chiamati dai Capitani, udita la Messa dello Spirito Santo all’altare del glorioso nostro Protettore San Marino, si estragga a sorte da un fanciullo diligentemente, rimosso ogni inganno, e frode una scheda, ed i descritti in essa, così cavata a sorte siano i Capitani per i futuri sei mesi”.

Si configura un sistema d’elezione in cui si combinano divino e avvedutezza umana, sorteggio e ballottaggio.

La carica è dotata di prestigio, l’incaricato non ha il potere di rifiutarla (St. 600, L I, rubr. XVIII).

Ai Capitani è affidata la rappresentanza della Repubblica, nella rubr. XIII del L. I si dice infatti: “E gli stessi Signori Capitani durante il loro ufficio tanto sedendo, quanto camminando e in qualsivoglia altro atto, precedano sempre, e comunque tutti gli ufficiali e qualunque altra persona, come quelli che rappresentano la sovranità della nostra Repubblica”.

Chiara Macina

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